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Il fatto

Bari tra i fanalini di coda: solo il 28,5% degli avvocati è abilitato al patrocinio in Cassazione

Un’analisi dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa evidenzia la disparità tra Nord e Sud. A Bari percentuale tra le più basse d’Italia, nonostante oltre 1.500 professionisti abilitati

Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa

Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa

BARI - Bari si colloca tra gli ultimi posti in Italia per percentuale di avvocati abilitati al patrocinio in Cassazione, secondo quanto emerge da un'analisi condotta dall’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa. Nel distretto giudiziario barese, infatti, solo il 28,5% degli iscritti all’Albo ha ottenuto l’abilitazione, una cifra nettamente inferiore rispetto a quella dei distretti del Nord, dove si registrano percentuali ben più alte.

A livello nazionale, la percentuale più elevata si riscontra nel distretto di Trento, con il 47,6% degli avvocati abilitati, seguito da Trieste con il 45,1% e Roma con il 42,7%. Nella parte bassa della classifica, insieme a Bari, compaiono Napoli, con il 25,1%, e altri distretti del Sud, evidenziando un chiaro divario territoriale.

“I distretti del Nord-Est dimostrano una maggiore propensione all’abilitazione cassazionista,” spiega Antonello Martinez, presidente dell’Associazione e fondatore dello studio legale Martinez&Novebaci. “Il Sud, invece, fatica a tenere il passo, nonostante in valore assoluto Napoli e Bari rientrino tra i distretti con più avvocati abilitati.”

Nel dettaglio, Bari conta 1.504 cassazionisti, collocandosi all’ottavo posto in Italia per numero assoluto, dietro a Roma (13.775), Milano (9.468), Napoli (6.638), Torino (2.262), Catania (1.926), Firenze (1.619) e Bologna (1.611). Ma il confronto percentuale rivela il paradosso dei grandi numeri, che nascondono una scarsa incidenza di specializzazione sul totale degli iscritti.

Guardando agli Ordini forensi, la situazione si fa ancora più evidente: in realtà medio-piccole del Nord Est, come Rovereto (58,5%), Aosta (56,1%) o Gorizia (54,4%), la concentrazione di cassazionisti è significativamente superiore rispetto a quella di molte grandi città del Mezzogiorno.

“Questi dati pongono interrogativi importanti sulle dinamiche professionali nel settore legale italiano,” osserva ancora Martinez. “Le differenze tra territori non sono solo numeriche, ma riflettono anche le opportunità di carriera e formazione, spesso influenzate dalla vicinanza alle sedi giudiziarie e alla Corte di Cassazione stessa.”

In fondo alla classifica per numero assoluto di cassazionisti si trovano città come Lanusei (45), Urbino (82), Aosta (92) e Ivrea (97). Tuttavia, in termini percentuali, proprio questi piccoli fori riescono a superare molti distretti del Sud, che nonostante il peso numerico, registrano percentuali modeste.

L’analisi dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa riapre il dibattito sul divario tra Nord e Sud anche nel mondo delle professioni legali, dove Bari, pur essendo una delle piazze più rilevanti per il numero di avvocati, resta indietro nella corsa alla specializzazione in Cassazione. Un gap che chiama in causa le istituzioni forensi, le scuole di formazione e le stesse dinamiche del mercato del lavoro legale, sempre più competitivo e specializzato.

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