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Canapa industriale, M5S all’attacco: “Il Dl Sicurezza viola norme Ue e mette a rischio 30.000 posti di lavoro”

L’europarlamentare Valentina Palmisano presenta una nuova interrogazione a Bruxelles: “Norme liberticide, l’Europa apra una procedura d’infrazione contro l’Italia”

L'on. Valentina Palmisano

L'on. Valentina Palmisano

BARI - Torna a Bruxelles il caso italiano sul divieto all’uso delle infiorescenze di canapa, contenuto nel Decreto Sicurezza attualmente in discussione in Parlamento. A riaccendere i riflettori è una nuova interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle alla Commissione europea, con l’obiettivo di difendere un intero comparto produttivo, messo in ginocchio da una norma definita “liberticida”.

A guidare l’iniziativa è l’europarlamentare Valentina Palmisano, che accusa apertamente il Governo italiano di voler cancellare un settore in espansione, formato da 3.000 imprese e 30.000 lavoratori, concentrati in particolare nel Mezzogiorno. Secondo Palmisano, l’articolo 18 del decreto vieta in modo assoluto l’utilizzo delle infiorescenze di canapa in tutte le fasi della filiera – dalla coltivazione alla vendita – in contrasto con le normative europee e con una sentenza della Corte di Giustizia UE, che impedisce agli Stati membri di vietare la commercializzazione del CBD legale senza prove concrete di rischio per la salute pubblica.

“Lo scorso ottobre, in risposta a una nostra prima interrogazione, la Commissione europea aveva confermato l’apertura di un’indagine sul provvedimento italiano, dopo aver ricevuto numerose denunce da parte degli operatori del settore”, ha ricordato Palmisano. Ora il M5S chiede un aggiornamento sull’esito di quell’indagine e l’apertura di una procedura d’infrazione, se dovesse essere confermata la non conformità del decreto al diritto comunitario.

La questione non è solo giuridica ma anche sociale ed economica. “Il futuro di migliaia di aziende agricole e giovanili, soprattutto tra Puglia, Calabria e Basilicata, è appeso a un filo”, ha denunciato la parlamentare europea, che già in passato aveva partecipato a una manifestazione di protesta a Brindisi al fianco degli imprenditori del settore.

Il Decreto Sicurezza dovrà essere convertito in legge entro il 12 giugno, ma c’è ancora tempo, secondo il M5S, per stralciare l’articolo incriminato. “Alcuni esponenti di Forza Italia hanno espresso pubblicamente il loro dissenso. Ora – conclude Palmisano – è il momento di passare dalle parole ai fatti. Basta promesse: si salvino imprese, posti di lavoro e una filiera sana e innovativa.”

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