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Il programma
22 Aprile 2025 - 15:27
Tricentenario della nascita di Niccolò Piccinni
BARI – Sarà un omaggio lungo tre anni quello che la città di Bari dedicherà a Niccolò Piccinni, nel nome della sua eredità musicale e del profondo legame con la sua terra d’origine. Questa mattina, nel foyer del Teatro Piccinni, è stato annunciato ufficialmente il percorso culturale che accompagnerà la città fino al Tricentenario della nascita del compositore, nato a Bari nel 1728 e scomparso nel 1800.
Un progetto inedito e ambizioso che vedrà la messa in scena di tre opere del grande maestro barese, ognuna all’apertura delle prossime tre stagioni liriche del Teatro Petruzzelli. Si comincia con “La Cecchina” nel gennaio 2026, poi sarà la volta di “Zenobia” nel 2027 e infine “Atys” nel 2028. La direzione d’orchestra sarà affidata a Stefano Montanari, mentre la regia teatrale delle tre produzioni sarà curata dal cineasta Daniele Luchetti.
Alla presentazione hanno preso parte il sindaco di Bari e presidente della Fondazione Petruzzelli Vito Leccese, l’assessora alle Culture Paola Romano, i vertici della Fondazione Petruzzelli, il musicologo Dinko Fabris e lo stesso regista Luchetti, a cui è stato affidato il compito di restituire attualità e umanità all’opera di Piccinni, troppo spesso dimenticata, eccezion fatta per il successo planetario de La Cecchina.
“Questa è un’operazione culturale e identitaria per la nostra città” – ha dichiarato il sindaco – “Piccinni è il più illustre figlio di Bari e vogliamo far conoscere la sua musica e la sua storia alle nuove generazioni”. L’assessora ha sottolineato il valore educativo del progetto: “Coinvolgeremo scuole, istituzioni culturali e comuni della provincia, creando reti con altre città italiane ed europee per riscoprire la nostra storia musicale”.
Dinko Fabris ha ricordato l’enorme influenza di Piccinni sul panorama europeo del Settecento, a cominciare dalla rivoluzione dell’opera comica fino al decisivo contributo allo sviluppo della tragedia lirica francese: “Senza Piccinni, forse Mozart non sarebbe stato lo stesso”.
Daniele Luchetti ha accolto con entusiasmo la sfida, riconoscendo la forza narrativa e umana dell’opera del compositore barese: “Le sue storie parlano di relazioni, di conflitti e di emozioni autentiche. Sarà un onore rendere questa eredità viva per il pubblico di oggi”.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Petruzzelli, non sarà solo spettacolo ma anche formazione, con incontri, laboratori e un comitato scientifico dedicato. Bari si prepara così a riscoprire uno dei suoi figli più illustri, celebrandolo con il linguaggio che più gli appartenne: quello della musica.
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