BRINDISI – Un colpo durissimo alla criminalità organizzata è stato inflitto questa mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi, che, in collaborazione con il Nucleo Cinofili di Modugno e l’Aliquota di Primo Intervento, hanno eseguito una vasta operazione tra le province di Brindisi e Lecce e all’interno di diverse case circondariali, da Sassari a Agrigento, passando per Bari e Lecce.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, una rete criminale riconducibile alla frangia tuturanese della Sacra Corona Unita, accusata di traffico di stupefacenti, spaccio e detenzione di armi. Nove persone sono finite in carcere in esecuzione di una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Lecce, mentre altre dieci risultano indagate.
L’indagine, avviata nell’ottobre 2022 dopo una serie di atti intimidatori contro commercianti di San Pietro Vernotico, ha rivelato la struttura capillare e gerarchica dell’organizzazione, capeggiata da un detenuto al 41 bis, ritenuto il promotore e gestore dell’intero traffico di droga.
Il vertice del gruppo, dal carcere, impartiva ordini su approvvigionamenti, prezzi e spartizione dei profitti, mentre l’organizzatore sul territorio gestiva la rete degli affiliati, che si occupavano dello spaccio, della custodia degli stupefacenti e della riscossione degli introiti, parte dei quali veniva destinata al mantenimento in carcere del capo e di altri membri detenuti.
Le indagini hanno portato a risultati rilevanti: sequestrati 10,6 kg di cocaina, 1,4 kg di marijuana e 400 grammi di hashish. Recuperate anche due pistole semiautomatiche, una pistola a tamburo, un fucile monocanna e un silenziatore artigianale, con due arresti in flagranza per possesso di armi. Complessivamente sono state arrestati in flagranza 5 soggetti e individuate le basi logistiche e i nascondigli usati per stoccare droga e armi.
L’allarme sociale generato dalla violenza e dalle modalità d’azione del gruppo criminale è stato tale da richiedere la convocazione di più riunioni del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza, nonché di diverse riunioni tecniche in Prefettura.
Un’indagine articolata e di ampio respiro che ha messo a nudo le dinamiche criminali di un’organizzazione pericolosa e strutturata, capace di controllare porzioni di territorio e di influenzare con violenza l’economia locale. Il lavoro delle forze dell’ordine ha consentito di interrompere un ciclo di intimidazioni e illegalità, restituendo sicurezza e fiducia alla comunità.