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Brindisi

“Non è cristiano uccidere gli agnelli”: don Cosimo Schena torna a tuonare contro i sacrifici pasquali

Il sacerdote brindisino, seguito da oltre 1 milione di follower, condanna la macellazione degli agnelli: “Cristo è l’unico Agnello di Dio, basta giustificare la violenza con la religione”

La crociata di Don Cosimo Schena

La crociata di Don Cosimo Schena

BRINDISI – A ridosso delle festività pasquali, Don Cosimo Schena, sacerdote brindisino noto in tutta Italia per il suo linguaggio diretto e il forte seguito sui social – oltre 1 milione di follower – torna a parlare con decisione contro la macellazione degli agnelli, un rito che ogni anno si ripete sulle tavole pasquali di migliaia di famiglie.

Il messaggio del sacerdote è chiaro e tagliente: «Non c’è nulla di cristiano nell’uccisione di un agnello». E aggiunge: «L’unico Agnello di Dio è Cristo, immolato una volta per tutte. Non serve alcun altro sacrificio».

Parole forti, che non mancheranno di suscitare dibattito, ma che Don Cosimo pronuncia con fermezza evangelica, puntando il dito contro l’errata convinzione che l’uccisione di animali per Pasqua sia un atto legato alla fede. Secondo il sacerdote, invece, si tratta di una tradizione puramente culturale, priva di fondamento religioso e contraria al messaggio del Vangelo.

«Cristo ha annunciato l’amore, la compassione, il rispetto per ogni essere vivente – afferma Don Cosimo –. Celebrare la Pasqua significa onorare la vita e la resurrezione, non perpetuare la sofferenza e la morte. Continuare a giustificare il dolore inflitto agli animali con motivazioni religiose è un errore, sia teologico che umano».

Attraverso le sue piattaforme digitali, dove unisce spiritualità e riflessioni sui temi contemporanei, Don Cosimo lancia un invito alla consapevolezza e alla coerenza evangelica. Il suo appello è rivolto a tutti i fedeli: scegliere di non consumare carne di agnello, sostiene, è un gesto che va nella direzione del rispetto, della misericordia e di un’autentica adesione al messaggio cristiano.

«La Pasqua – conclude – non è il trionfo della morte, ma della vita. E ogni forma di vita merita di essere protetta».

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