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Xylella a Minervino Murge, gli agricoltori: “Non possiamo essere lasciati soli”

Allarme per il nuovo focolaio nel cuore dell’olivicoltura pugliese. Il batterio approda nell’area a più alta vocazione olivicola d’Italia

Un ulivo colpito dalla xylella

Un ulivo colpito dalla xylella

BARI – La minaccia della Xylella Fastidiosa torna a far tremare la Puglia. Un nuovo focolaio del batterio, sottospecie Pauca, è stato ufficialmente rilevato nel territorio di Minervino Murge, in un’area tra le più produttive e identitarie dell’olivicoltura italiana. La conferma arriva dagli organismi fitosanitari competenti, che hanno immediatamente attivato le misure previste dal Regolamento UE 2020/1201, istituendo zone infette e cuscinetto come da protocollo.

Ma la scoperta di questo focolaio, il primo nel nord Barese, ha già sollevato un’ondata di preoccupazione tra produttori e associazioni di categoria, che chiedono una reazione tempestiva e coordinata da parte delle istituzioni.

«Dopo anni segnati da crisi e sacrifici – commenta Giacomo Patruno, presidente dell’Organizzazione di Produttori Aproli Bari – il settore olivicolo stava finalmente recuperando terreno, con raccolti di qualità e mercati più stabili. Questa nuova emergenza ci colpisce duramente, ma non ci trova impreparati. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma serve l’impegno reale di tutte le amministrazioni pubbliche, soprattutto per gestire i terreni abbandonati e le aree comunali dove il vettore della Xylella può trovare terreno fertile».

La trasmissione del batterio avviene infatti tramite la Philaenus Spumarius, meglio nota come sputacchina, un insetto che si sviluppa facilmente nei terreni incolti, nei bordi stradali e nei fondi non coltivati. A ribadire l’urgenza dell’intervento è anche Massimiliano Del Core, presidente di Confagricoltura Bari-BAT: «Chiediamo da tempo un piano straordinario di pulizia e monitoraggio del territorio, ma finora le nostre richieste sono rimaste inascoltate. Oggi non si può più tergiversare: servono azioni concrete, a partire da un incontro immediato con l’Osservatorio Fitosanitario Regionale per fare il punto sulla diffusione del batterio».

Secondo le organizzazioni agricole, la chiave per evitare una nuova catastrofe è la prevenzione sul campo, la gestione rigorosa delle aree a rischio e una forte alleanza tra enti locali, Regione e operatori del settore. Ma il tempo stringe e l’amarezza cresce.

«Gli olivicoltori del nord Barese – concludono Aproli e Confagricoltura – non si arrendono alla Xylella, ma temono di essere lasciati nuovamente soli, senza strumenti né risorse. Se crolla l’olivicoltura, non perdiamo solo alberi: muore un’economia, scompare un paesaggio, si spegne una cultura millenaria. Questo è il momento di agire, uniti».

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