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Raffiche di vento, “Colture distrutte e alberi pericolanti, servono interventi strutturali”

Sradicate serre e tendoni danneggiati nelle campagne di Bari e Bat. A rischio la sicurezza urbana e la produzione agricola. Coldiretti: “Il verde urbano e agricolo è la prima difesa contro il clima che cambia”

Tendone d'uva devastato dal vento

Tendone d'uva devastato dal vento

BARI – Tendoni divelti, serre abbattute, frutti scaraventati al suolo e alberi pericolanti nei centri urbani e nelle campagne. È il bilancio pesantissimo dei forti venti di burrasca che da giorni flagellano la Puglia, in particolare le province di Bari e Barletta-Andria-Trani, dove la furia del maltempo sta provocando danni gravi alle colture e alle infrastrutture agricole. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che parla di una situazione critica aggravata dall’effetto dei cambiamenti climatici.

Secondo quanto denunciato dall’organizzazione agricola, la violenza del vento ha colpito duramente le coltivazioni primaverili ed estive, mettendo a repentaglio infiorescenze e raccolti proprio nel momento più delicato della stagione. Mandorli, vigneti e ortaggi sono stati duramente compromessi, con ripercussioni economiche e occupazionali importanti per il settore.

Ma l’allerta non riguarda solo le campagne. Coldiretti ricorda come, secondo l’Annuario Statistico 2024, in Puglia si siano registrati 1.891 interventi dei Vigili del Fuoco per alberi pericolanti, un fenomeno in continua crescita causato anche da scelte errate sulle specie arboree, scarsa manutenzione e potature eseguite senza competenza. A peggiorare il quadro, la proliferazione di parassiti alieni favoriti dal clima impazzito, che indeboliscono le piante e aumentano i rischi di cedimento.

“È necessario – sottolinea Coldiretti – un intervento professionale nella gestione del verde pubblico, ricorrendo alla figura del manutentore qualificato, ma anche valorizzando il ruolo degli agricoltori, come previsto dalla legge di orientamento che consente ai Comuni di affidare loro la cura delle aree verdi”.

La presenza del verde, evidenzia Coldiretti, non è solo una questione estetica o paesaggistica, ma una strategia fondamentale per la salute e il clima. Un grande parco può ridurre la temperatura da 1 a 3 gradi rispetto ad aree prive di copertura vegetale. Un’area verde urbana di 1.500 metri quadrati può abbassare di 1,5 gradi la temperatura ambientale e propagare benefici anche a decine di metri di distanza.

Nel mirino anche il lento declino del patrimonio frutticolo pugliese, che negli ultimi 20 anni ha perso quasi 1 pianta su 4, tra pesche, albicocche, arance e altri frutti. A questi si sommano i 21.000 ulivi distrutti dalla Xylella, con danni non solo produttivi ma anche ambientali. Le piante infatti contribuiscono in maniera decisiva alla lotta all’inquinamento atmosferico, assorbendo anidride carbonica e polveri sottili.

“Serve un piano strutturale – conclude Coldiretti Puglia – per ripensare lo sviluppo urbano e agricolo in chiave climatica, favorendo la diffusione del verde pubblico e privato e incentivando pratiche agricole sostenibili. La frutticoltura può diventare alleata dell’ambiente, se orientata anche alla cattura della CO₂ e alla salvaguardia del territorio”.

Un appello, quello lanciato da Coldiretti, che chiama in causa istituzioni, amministrazioni locali e cittadini, perché la lotta al cambiamento climatico parte anche dalla tutela del paesaggio rurale e urbano.

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