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Bari

Nuovo regolamento per le attività alimentari: più tutela e qualità per i quartieri

Disciplina specifica per le zone sensibili, punteggi minimi per le autorizzazioni e attenzione alla sostenibilità e alla vivibilità urbana

Il Palazzo di Città di Bari

Il Palazzo di Città di Bari

BARI – Il Consiglio comunale ha dato il via libera al nuovo regolamento per la disciplina dell’insediamento di attività di somministrazione di alimenti e bevande e di quelle artigianali per il consumo sul posto. Il provvedimento, frutto di un lungo lavoro partecipato tra uffici comunali, Municipi, categorie economiche e associazioni, punta a conciliare il diritto d’impresa con la qualità della vita dei residenti, tutelando al contempo ambiente, salute pubblica e patrimonio storico.

Il nuovo impianto normativo, che si ispira a modelli già adottati in altre città italiane, introduce una mappatura dettagliata del territorio urbano, suddividendo le aree in due categorie. Le AST (Aree Sottoposte a Tutela) e le ASET (Aree Sottoposte a Elevata Tutela), identificate da specifici indicatori territoriali, saranno soggette a procedure autorizzatorie più stringenti per l’apertura o il trasferimento delle attività.

Secondo l’assessore allo Sviluppo economico e alla Blue economy Pietro Petruzzelli, il nuovo regolamento rappresenta “uno strumento di equilibrio tra interessi diversi in una città complessa e dinamica come Bari”. Da una parte il sostegno al tessuto imprenditoriale, soprattutto nella fase post-pandemica, con iniziative come il bando “Strade vive”, dall’altra la necessità di proteggere il diritto al riposo dei cittadini e di preservare la qualità degli spazi urbani, specialmente in quelle zone che negli ultimi anni hanno registrato una forte crescita della movida.

Il regolamento non è una norma rigida, ma uno strumento pensato per evolversi nel tempo. È previsto infatti che ogni 2 anni venga valutata l’efficacia delle regole in vigore, con la possibilità di apportare modifiche sulla base delle nuove esigenze del territorio.

Particolare attenzione è rivolta agli indicatori di criticità che determinano le restrizioni nelle aree tutelate. Tra questi figurano la densità delle attività commerciali già presenti, la presenza di residenti over 50, la prossimità a luoghi sensibili come scuole, ospedali e parchi, il valore storico-artistico dell’area, i dati sui rifiuti urbani e quelli relativi all’ordine pubblico. Si valutano inoltre aspetti legati alla qualità e sostenibilità delle strutture, come l’insonorizzazione dei locali, la fruibilità per persone con disabilità, il tipo di plateatico e l’impegno in pratiche ecocompatibili.

Il rilascio dell’autorizzazione per nuove aperture o trasferimenti avverrà sulla base di un sistema a punteggio, che tiene conto di tutti gli indicatori. Il massimo conseguibile è 150 punti. Per operare nelle zone AST sarà necessario raggiungere almeno 70 punti, mentre nelle ASET ne serviranno almeno 100. In caso di modifiche peggiorative alla qualità del servizio o del locale, l’attività sarà sottoposta a una nuova istruttoria, che potrebbe anche portare alla revoca dell’autorizzazione, qualora il punteggio scendesse sotto la soglia minima.

Sono invece escluse dall’applicazione del regolamento le attività interne a strutture ricettive, impianti sportivi, teatri, stazioni, mense aziendali e istituzioni pubbliche come scuole e ospedali, oltre a quelle svolte al domicilio del consumatore o in contesti temporanei e non aperti al pubblico.

L’assessore ha concluso con un appello alle imprese, invitando gli operatori economici a collaborare con l’amministrazione e a investire per riqualificare le zone in trasformazione, rendendo Bari sempre più accogliente, ordinata e viva.

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