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Andria
17 Aprile 2025 - 06:36
Il Gurgo di Andria - foto di Domenico Belfiore
ANDRIA – La dolina del Gurgo non sarà trasformata in una vasca di laminazione. La decisione è stata ufficializzata al termine del sopralluogo effettuato nella mattinata di mercoledì, al quale hanno partecipato gli assessori comunali Savino Losappio, Anna Maria Curcuruto e Mario Loconte, insieme al tecnico progettista Andrea D’Oria, all’assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani, alla consigliera regionale Grazia Di Bari, a rappresentanti del Forum Ambientalista, a geologi e ad alcuni consiglieri comunali.
A confermare la posizione di netta contrarietà al progetto è stato l’assessore Savino Losappio, che ha ribadito l’impegno dell’amministrazione a difendere il valore naturalistico e archeologico del sito. “Abbiamo sempre espresso la nostra opposizione, in tutte le sedi istituzionali, compresa la Commissione regionale. Il Gurgo è un’area preziosa per biodiversità e caratteristiche geologiche, e come tale va preservata. Resta però la necessità di realizzare l’opera per proteggere la città da eventi meteorologici estremi e possibili alluvioni, puntando però su soluzioni alternative”.
Soddisfatta anche l’assessora Anna Maria Curcuruto, che ha evidenziato come il progetto idraulico originario del Commissario per il dissesto sia stato ormai modificato, escludendo ufficialmente il Gurgo dagli interventi previsti. “Durante il sopralluogo abbiamo discusso con l’assessora Triggiani e con i geologi della SIGEA di un’ipotesi completamente diversa: un progetto di valorizzazione del sito, finanziabile con risorse regionali, per renderlo accessibile e fruibile, nel pieno rispetto delle sue peculiarità paesaggistiche. Non dimentichiamo che si tratta di un’area riconosciuta come geosito UNESCO e vincolata dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale”.
La visita tecnica si è poi spostata in un’altra zona, a sud del centro abitato, dove il progettista Andrea D’Oria ha illustrato una possibile alternativa per l’intercettazione delle acque piovane provenienti da monte. Questa nuova ipotesi, come spiegato dall’assessora Curcuruto, prevedrebbe opere decisamente meno invasive sul paesaggio rurale. Il tecnico incaricato preparerà ora una bozza preliminare del progetto, che sarà valutata dal Comune con il supporto dei geologi e con il coinvolgimento preventivo dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, che in passato aveva espresso perplessità sulla proposta iniziale.
Durante l’incontro si è parlato anche dei lavori già finanziati per la riqualificazione del tratto urbano del canale esistente, con la possibilità di integrare gli interventi con ulteriori misure di rigenerazione urbana. L’obiettivo è quello di creare nuovi spazi verdi lungo il canale, a beneficio dei quartieri circostanti.
Infine, l’assessore Mario Loconte ha informato che il progettista ha aggiornato lo stato dell’iter per la messa in sicurezza del tratto tombato del canale Ciappetta Camaggio. Una volta completato l’intervento in via Carmine, sarà possibile procedere con l’apertura di via Eritrea e via Dott. Camaggio, migliorando la viabilità cittadina. L’appalto integrato è ormai alle porte, e i lavori potrebbero iniziare entro l’anno, rappresentando un passaggio strategico per la sicurezza idraulica e infrastrutturale della città.
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