MINERVINO MURGE – Un ulivo infetto da Xylella fastidiosa sottospecie pauca è stato individuato nei campi di Minervino Murge, in provincia di Barletta-Andria-Trani. Il ritrovamento, seppur isolato tra centinaia di campioni analizzati, rappresenta un nuovo fronte nella battaglia contro il batterio che ha già devastato milioni di piante in Puglia.
L’allarme arriva da Coldiretti Puglia, che sollecita un’azione immediata per impedire la diffusione del contagio: eradicazione immediata della pianta infetta e rafforzamento della sorveglianza nell’intera area cuscinetto, estesa per un raggio di 2,5 km intorno al focolaio. Il rischio, infatti, è che la xylella possa arrivare nella zona di Andria, l'area più olivetata d'Italia mettendo definitivamente in ginocchio l'intero comparto.
Secondo l’Osservatorio fitosanitario regionale, è stata istituita ufficialmente una zona infetta di 50 metri e una fascia di protezione più ampia, attorno al singolo albero colpito. Tra le misure urgenti indicate figurano arature, fresature, erpicature e trinciature, per abbattere la popolazione della sputacchina, insetto vettore del batterio, capace di percorrere anche 400 metri con i propri movimenti o, peggio, di viaggiare su auto e camion, portando il contagio a chilometri di distanza.
Uno studio condotto su 7 esperimenti tra Piemonte e Puglia ha confermato che il 98% delle sputacchine rimane entro i 400 metri dal punto di origine, ma alcuni esemplari si spostano molto più lontano, alimentando il timore che la Xylella possa oltrepassare i confini già compromessi.
La prevenzione resta l’unica arma efficace, sottolinea Coldiretti: dal monitoraggio costante delle piante alla rimozione tempestiva degli alberi colpiti, fino alla pulizia dei bordi stradali, dei terreni abbandonati e delle aree demaniali dove l’insetto trova habitat ideali. In questa lotta sono chiamati a collaborare anche i Comuni pugliesi, i Consorzi di bonifica, ANAS e gli enti pubblici.
A oggi, in Puglia sono quasi 21 milioni gli ulivi contaminati, con la minaccia che ora si estende anche nelle province di Bari e Bat. Per Coldiretti, è necessario puntare anche sulle tecnologie di monitoraggio remoto e sulle analisi di laboratorio per intercettare i focolai sin dalle prime fasi. “Non esiste ancora una cura per la batteriosi – avvertono – ma l’unico modo per rallentarne la corsa è intervenire subito, con decisione e senza esitazioni”.