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Bari

Droga, armi ed estorsioni: maxi-condanne, 53 imputati riconosciuti colpevoli

Inflitte pene fino a 20 anni per appartenenti a un'organizzazione criminale legata al clan Capriati. Il blitz "Partenone" aveva smantellato la rete nel settembre 2023

Avvocati

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BARI – Un duro colpo alla criminalità organizzata del sud-est barese. Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Montemurro ha emesso condanne comprese tra i 3 e i 20 anni di carcere per 53 imputati coinvolti in una vasta inchiesta sul traffico di droga e su una serie di reati connessi.

Secondo le accuse, i condannati facevano parte di un sodalizio criminale attivo in diversi comuni del territorio, responsabile non solo di spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche di riciclaggio, sequestro di persona, detenzione illegale di armi ed estorsioni.

Le indagini, confluite nell’operazione denominata “Partenone”, avevano portato all’arresto di 67 persone nel settembre 2023. Il quadro ricostruito dagli investigatori ha messo in luce l’estensione del potere del clan Capriati di Bari vecchia, che avrebbe esercitato il suo controllo anche in provincia, soprattutto nei comuni di Putignano, Castellana Grotte, Noci, Alberobello, Locorotondo e Acquaviva delle Fonti.

Tra i nomi di rilievo figura Filippo Capriati, nipote dello storico boss Antonio, che ha ricevuto una condanna a 20 anni di reclusione, anche se il giudice non gli ha riconosciuto il ruolo di vertice nell’organizzazione. Il figlio Sabino Capriati è stato condannato a 16 anni, mentre Angela Giammaria, moglie di Filippo, dovrà scontare 8 anni di carcere.

La pena massima di 20 anni è stata inflitta anche a Emanuele Carrassi, Carlo Dilena, Giuseppe Lacalendola e Carmelo Recchia, ritenuti elementi chiave della rete criminale. Tutti dovranno rispondere, a vario titolo, dei numerosi capi d’imputazione contestati.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, ma l’esito del processo segna già un punto fermo nell’azione della magistratura contro le infiltrazioni mafiose nella provincia barese, restituendo fiducia alle comunità coinvolte.

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