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Bari

All'Istituto Tumori un nuovo test per riconoscere il disagio emotivo nei pazienti oncologici

Presentato su una rivista scientifica internazionale lo studio del “Giovanni Paolo II”: su 240 pazienti, 1 su 2 mostra distress clinicamente rilevante. Pronto uno studio nazionale per validare lo strumento

Il dottor Pietro Milella con le sue collaboratrici

Il dottor Pietro Milella con le sue collaboratrici

BARI – Intercettare ansia, depressione e sofferenze relazionali fin dai primi colloqui clinici: è questo l’obiettivo dell’innovativo questionario sperimentato all’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, presentato sulla prestigiosa rivista scientifica Supportive Care in Cancer, punto di riferimento internazionale nel campo dell’oncologia.

Lo strumento, per la prima volta tradotto in lingua italiana, è stato sviluppato nell’ambito di un progetto di ricerca che ha coinvolto ricercatori italiani e internazionali. Il test consente ai pazienti oncologici di rilevare in modo sistematico il proprio stato di disagio, sia a livello emotivo che pratico, in relazione alla malattia e alle terapie.

Secondo i dati raccolti su 240 pazienti, circa il 50% ha evidenziato livelli di distress clinicamente significativi, segnando una svolta nel modo di affrontare il percorso terapeutico.

“La presa in carico del malato oncologico va oltre gli aspetti fisici della malattia”, ha spiegato Alessandro Delle Donne, commissario straordinario dell’Istituto. “La salute emotiva incide in modo diretto sulla qualità della vita e sull’adesione ai trattamenti. Per questo vogliamo integrare stabilmente l’assistenza psicologica nella pratica clinica quotidiana”.

Il progetto è stato coordinato dal professor Pietro Milella, con il contributo di Claudia Cormio, Fulvia Lagattolla, Francesca Romito, Simona De Summa ed Erika Rieti, insieme a esperti delle Università di Leicester e Houston.

“Grazie a questo strumento, siamo in grado di ascoltare davvero i nostri pazienti”, ha dichiarato Fulvia Lagattolla, ricercatrice sanitaria dell’Istituto. “Riconoscere il disagio sin dalle prime fasi permette di attivare tempestivamente un supporto psicologico mirato, migliorando l’intero percorso di cura”.

Claudia Cormio, psiconcologa, ha sottolineato come ancora oggi siano pochi gli strumenti validati per rilevare sistematicamente il distress nei malati oncologici. “Con questo lavoro vogliamo colmare un vuoto metodologico e offrire una risorsa affidabile, replicabile in diversi contesti clinici”, ha spiegato.

Dopo la fase sperimentale già conclusa con successo a Bari, il questionario sarà ora oggetto di uno studio multicentrico che coinvolgerà diversi centri oncologici italiani, con l’obiettivo di validarne l’uso su scala nazionale e renderlo uno strumento di riferimento nella gestione integrata del paziente oncologico.

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