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Bari

Mieloma multiplo, al via al Policlinico la nuova terapia Car-T: “Una rivoluzione nella lotta ai tumori del sangue”

Dallo scorso 7 aprile i pazienti pugliesi possono accedere al trattamento di immunoterapia cellulare più avanzato. Musto: “Risultati superiori a ogni altra terapia finora disponibile”

Il prof. Pellegrino Musto

Il prof. Pellegrino Musto

BARI – Una svolta epocale per i pazienti affetti da mieloma multiplo arriva dal Policlinico di Bari, dove dal 7 aprile è attiva la somministrazione della terapia CAR-T, una delle frontiere più avanzate della medicina contro i tumori del sangue. Si tratta di un trattamento altamente personalizzato che utilizza le cellule del paziente stesso per attaccare in modo mirato le cellule tumorali.

“Questa forma di immunoterapia cellulare è davvero rivoluzionaria”, spiega Pellegrino Musto, professore ordinario di Ematologia all’Università di Bari e direttore dell’unità operativa del Policlinico. “La stiamo già applicando da circa un anno con successo in casi di linfoma, ma ora sarà finalmente disponibile anche per i pazienti con mieloma recidivato o resistente, dopo almeno 3 precedenti linee di trattamento”.

La terapia CAR-T (Chimeric Antigen Receptor-T cells) è definita il primo “farmaco vivente” in medicina. Il procedimento parte con il prelievo di linfociti dal sangue del paziente, che vengono poi modificati in laboratorio tramite tecniche di bioingegneria per renderli capaci di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Dopo un trattamento di preparazione detto di linfo-deplezione, le cellule così “addestrate” vengono reinserite nel corpo del paziente, con risultati che gli studi internazionali hanno dimostrato essere più duraturi ed efficaci rispetto a qualsiasi altra cura finora disponibile.

Mario Delia, coordinatore del team multidisciplinare CAR-T del Policlinico, ha ricordato come questo traguardo sia stato reso possibile grazie agli accreditamenti ottenuti dal Centro Nazionale Trapianti e dal comitato internazionale JACIE, seguiti dalla necessaria autorizzazione regionale.

Fondamentale è stata anche la formazione specifica del personale medico e infermieristico, per affrontare le complicanze potenziali legate alla terapia, come la sindrome da rilascio di citochine (CRS) e i rischi neurologici e infettivi dovuti all’intensa risposta immunitaria attivata dalle cellule CAR-T.

“Un risultato straordinario, frutto di un lavoro corale”, ha sottolineato il professor Musto, ringraziando Regione Puglia, Università, Centro Trapianti, direzione strategica del Policlinico e tutti i reparti coinvolti, dalla medicina trasfusionale alla rianimazione, dalla neurologia alla farmacia, fino al personale dell’ematologia. “Da oggi possiamo offrire ai nostri pazienti una possibilità concreta in più, la migliore disponibile a livello mondiale”.

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