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Bari
10 Aprile 2025 - 06:32
Biciclette
BARI - È tornato a galla tutto l’orrore di quel giorno nella testimonianza resa in aula dall'agente della polizia che si trovava al volante dell’auto di servizio che, nel 2022, investì e uccise Francesco Convertini, designer di 33 anni originario di Locorotondo, in provincia di Bari. L’episodio avvenne in una rotonda trafficata di Torino, mentre la vittima stava percorrendo in bicicletta un tratto della carreggiata.
Il poliziotto, oggi imputato per omicidio colposo, ha ricostruito con voce scossa gli istanti immediatamente successivi all’incidente. "Appena l'ho visto ho frenato di colpo, ma ormai era troppo tardi", ha riferito in tribunale. "Mi sono subito reso conto della gravità della situazione. Il mio collega ha chiamato i soccorsi, mentre io cercavo di prestargli le prime cure. C’era moltissimo sangue e, leggendo il suo nome su un biglietto aereo che aveva con sé, ho iniziato a chiamarlo ripetutamente: 'Francesco, Francesco...', sperando di tenerlo sveglio e cosciente fino all'arrivo dell'ambulanza".
Il racconto in aula si è fatto ancora più drammatico quando l'agente ha ricordato che i sanitari hanno impiegato oltre 10 minuti per raggiungere il luogo dello schianto. Nel frattempo, lui stesso ha tentato disperatamente di soccorrere il giovane designer pugliese.
Nel proseguire la deposizione, il poliziotto ha spiegato che al momento dell'incidente stava trasferendo al commissariato un uomo appena arrestato per violenze sul padre. "Il fermato era in preda all'agitazione e continuava a colpire con forza il divisorio in plexiglass", ha dichiarato. In quelle condizioni, con il traffico intenso e i semafori lampeggianti, l’agente ha riferito di aver percorso la corsia preferenziale, libera da ostacoli, mentre accanto si snodava una lunga fila di auto ferme.
"Il ciclista l’ho visto soltanto all'ultimo momento, attraverso il finestrino di una delle macchine ferme. È stato questione di un attimo. Ho frenato d’istinto, non stavo correndo: ero in seconda marcia. Ma nonostante tutto, l’impatto è stato inevitabile", ha aggiunto il poliziotto, che oggi presta servizio a Roma.
In sua difesa è intervenuto l’avvocato Davide Cangemi, che segue il caso dell’agente accusato. Dall’altra parte, la famiglia di Francesco Convertini era presente in aula con l'avvocato Natascia Taormina, la quale ha sottolineato come dalle stesse dichiarazioni dell'imputato sia emerso che "le altre auto si erano fermate per consentire al ciclista di attraversare la strada in sicurezza, ma l'auto della polizia ha proseguito il suo percorso nella corsia preferenziale".
Il processo è ancora in corso e la prossima udienza è stata fissata per il mese di maggio.
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