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Il caso
09 Aprile 2025 - 14:52
Lo stadio San Nicola di Bari
BARI – Non si placa il dibattito intorno alla scelta del Comune di Bari di estendere la tutela urbanistica a ben 214 edifici sparsi sul territorio cittadino. A sollevare un’ondata di critiche è il deputato di Forza Italia, Davide Bellomo, che non usa mezzi termini per contestare quella che definisce una “decisione discutibile, presa in maniera unilaterale” dall’amministrazione guidata dal sindaco Vito Leccese.
«A quanto pare, a Bari – ironizza Bellomo – non sono intoccabili solo certi ex sindaci celebrati come leggende, ma ora anche un elenco di 214 immobili, che l’amministrazione comunale ha deciso di blindare urbanisticamente, come se si trattasse della Cappella Sistina o di opere firmate dal Bernini.»
Secondo l’esponente di centrodestra, la scelta compiuta dalla giunta barese scavalca addirittura le valutazioni della Soprintendenza, che già applica criteri molto rigorosi in materia di tutela architettonica. «Sembra incredibile che nessuno, prima di oggi, si fosse accorto dell’immenso valore di questi edifici, tanto da non attirare mai file di turisti come se fossero tesori d’arte nascosti», incalza Bellomo con sarcasmo.
Il parlamentare azzurro punta il dito contro l’iniziativa del sindaco, ricordando come il primo cittadino non abbia una formazione specifica in ambito storico-artistico, essendo laureato in Scienze Politiche, eppure abbia deciso di procedere in autonomia per "mettere in salvo" edifici che, per la Soprintendenza, non necessitavano di particolari vincoli.
«Tra questi 214 palazzi qualcosa di valore si troverà pure – concede Bellomo – magari lo stadio San Nicola, quella famosa astronave perfetta per chi, come certi politici di sinistra, vive con la testa tra le nuvole. Oppure gli edifici in stile brutalista, tanto amati dai baresi, o ancora la centrale telefonica, un monumento talmente brutto da meritare solo l’abbattimento», rincara la dose.
Il deputato non risparmia nemmeno i simboli del passato industriale barese, come le vecchie ciminiere, che definisce «fumo e poco arrosto, proprio come certi amministratori locali», riferendosi esplicitamente al sindaco Leccese e all’ex sindaco Antonio Decaro.
In chiusura, Bellomo affonda il colpo: «Anziché proteggere edifici che neppure la Soprintendenza reputa di valore, sarebbe stato meglio occuparsi della vera tutela di cui hanno bisogno i cittadini di Bari, persone comuni che intoccabili non sono mai state e che continuano a restare abbandonate».
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