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L'ex Ilva

«Acciaierie d'Italia, il piano industriale di Baku Steel resta un mistero»

Il confronto tra commissari straordinari e organizzazioni sindacali. Il nodo degli esuberi

Il confronto tra commissari straordinari e organizzazioni sindacali

Il confronto tra commissari straordinari e organizzazioni sindacali

Concluso l'incontro in programma oggi, mercoledì 9 aprile, tra i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia e le organizzazioni sindacali. Durante il confronto è stato confermato l'avvio di interlocuzioni con Baku Steel in merito alla vendita degli asset. Tuttavia, non sono emersi elementi di rilievo sul piano industriale del gruppo azero.

In una nota, l'Unione Sindacale di Base esprime «forte preoccupazione per i potenziali impatti occupazionali che potrebbero derivare da questa operazione, in un contesto in cui il Governo non ha ancora preso in considerazione gli strumenti straordinari di intervento che chiediamo da tempo. Il percorso delineato dal Governo punta potenzialmente a una chiusura della trattativa entro il mese di giugno, ma resta del tutto incerto il destino delle migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti. Il rischio concreto è che si voglia fare tutto in fretta, disperdendo in un attimo il lavoro fin qui svolto dai commissari, gettando via un piano di ripartenza che oggi riporta numeri in linea con il 2018, ricomprendendo anche i lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria».

Per Francesco Rizzo e Sasha Colautti, dell'esecutivo nazionale confederale di USB, «è importante sottolineare che, proprio in questo momento, il governo del Regno Unito sta valutando la possibilità di nazionalizzare British Steel per salvaguardare migliaia di posti di lavoro e garantire la continuità produttiva. Questo dimostra come la nazionalizzazione sia una strada percorribile e attuale per la tutela di settori strategici. Se Baku Steel non dovesse dare sufficienti garanzie in merito alla salvaguardia dell'occupazione e al rispetto del piano di rilancio e dell'occupazione previsto dall'accordo del 2018, non potrà esserci altra soluzione che la nazionalizzazione di tutti gli asset di Acciaierie d'Italia, come unica strada in grado di garantire la piena tutela occupazionale, il rilancio produttivo su basi industriali solide e durature, e il rispetto della questione ambientale. In particolare, riteniamo fondamentale la conferma e l'attuazione del processo di decarbonizzazione, già previsto come parte integrante della transizione ecologica del settore siderurgico».

Di «incontro inconcludente» ha parlato Loris Scarpa, responsabile nazionale siderurgia della Fiom Cgil. «Noi non siamo in trattativa, questo è il punto dirimente», ha aggiunto. Critico anche il leader Uilm Rocco Palombella: «Fino ad ora non conosciamo il piano industriale, è da questo che si può capire quelli che saranno i livelli degli organici. Abbiamo ribadito che per noi vale il piano di ripartenza ovvero tre altoforni in marcia con sei milioni di tonnellate da produrre, il che equivale ad avere "zero esuberi". Resta il fatto – ha proseguito il segretario dei metalmeccanici della Uil – che il sindacato va coinvolto adesso e non a trattativa chiusa».

I commissari volano in Azebaijan

La missione dei commissari di Ilva e di Acciaierie d'Italia in Azerbaijan ha acceso i riflettori su un tema cruciale: la salvaguardia dell'occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori. Valerio D'Alò, segretario nazionale della Fim Cisl, ha sottolineato l'importanza di questo incontro, avvenuto dopo un confronto con i sindacati. «I commissari sono partiti per l'Azerbaijan dopo che hanno parlato con noi. Dopo. Che abbiamo parlato, sono partiti», ha dichiarato, evidenziando la rilevanza del dialogo tra le parti.
La Fim Cisl, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha colto l'occasione per ribadire la necessità di proteggere i lavoratori dell'ex Ilva, un tema che assume un significato ancor più profondo in un territorio già martoriato sia a livello lavorativo che sanitario. «Per noi era utile avere un momento di confronto per ricordargli le nostre necessità», ha continuato D'Alò, sottolineando che «tutti i temi di cui dobbiamo ancora discutere sono riservati». Questo aspetto è fondamentale: è necessario che il piano industriale, che dovrebbe delineare il futuro dell'azienda, venga sviluppato tenendo conto delle esigenze di chi lavora. La Fim Cisl è fermamente convinta che sia possibile far coesistere salute, ambiente e lavoro. «Nessun lavoratore deve rimanere indietro», ha affermato D'Alò, richiamando l'attenzione sulla necessità di un approccio integrato che consideri non solo l'aspetto economico, ma anche quello sociale e ambientale. La salvaguardia dell'occupazione è un obiettivo primario, e la Fim Cisl si impegna a garantire che le voci dei lavoratori siano ascoltate anche in sede di negoziazione con Baku Steel Company.
«Abbiamo approfittato per ricordare loro le cose che devono dire a Baku», ha concluso D'Alò, evidenziando l'importanza di trasmettere un messaggio chiaro riguardo alla tutela dei lavoratori e alla salvaguardia del personale di Ilva in amministrazione straordinaria. In un contesto così complesso e delicato, il sindacato rimane vigile e pronto a difendere i diritti di chi lavora, affinché il futuro dell'industria siderurgica possa essere costruito in un clima di rispetto e responsabilità.
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