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L'ex Ilva
09 Aprile 2025 - 14:17
Il confronto tra commissari straordinari e organizzazioni sindacali
Concluso l'incontro in programma oggi, mercoledì 9 aprile, tra i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia e le organizzazioni sindacali. Durante il confronto è stato confermato l'avvio di interlocuzioni con Baku Steel in merito alla vendita degli asset. Tuttavia, non sono emersi elementi di rilievo sul piano industriale del gruppo azero.
In una nota, l'Unione Sindacale di Base esprime «forte preoccupazione per i potenziali impatti occupazionali che potrebbero derivare da questa operazione, in un contesto in cui il Governo non ha ancora preso in considerazione gli strumenti straordinari di intervento che chiediamo da tempo. Il percorso delineato dal Governo punta potenzialmente a una chiusura della trattativa entro il mese di giugno, ma resta del tutto incerto il destino delle migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti. Il rischio concreto è che si voglia fare tutto in fretta, disperdendo in un attimo il lavoro fin qui svolto dai commissari, gettando via un piano di ripartenza che oggi riporta numeri in linea con il 2018, ricomprendendo anche i lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria».
Per Francesco Rizzo e Sasha Colautti, dell'esecutivo nazionale confederale di USB, «è importante sottolineare che, proprio in questo momento, il governo del Regno Unito sta valutando la possibilità di nazionalizzare British Steel per salvaguardare migliaia di posti di lavoro e garantire la continuità produttiva. Questo dimostra come la nazionalizzazione sia una strada percorribile e attuale per la tutela di settori strategici. Se Baku Steel non dovesse dare sufficienti garanzie in merito alla salvaguardia dell'occupazione e al rispetto del piano di rilancio e dell'occupazione previsto dall'accordo del 2018, non potrà esserci altra soluzione che la nazionalizzazione di tutti gli asset di Acciaierie d'Italia, come unica strada in grado di garantire la piena tutela occupazionale, il rilancio produttivo su basi industriali solide e durature, e il rispetto della questione ambientale. In particolare, riteniamo fondamentale la conferma e l'attuazione del processo di decarbonizzazione, già previsto come parte integrante della transizione ecologica del settore siderurgico».
Di «incontro inconcludente» ha parlato Loris Scarpa, responsabile nazionale siderurgia della Fiom Cgil. «Noi non siamo in trattativa, questo è il punto dirimente», ha aggiunto. Critico anche il leader Uilm Rocco Palombella: «Fino ad ora non conosciamo il piano industriale, è da questo che si può capire quelli che saranno i livelli degli organici. Abbiamo ribadito che per noi vale il piano di ripartenza ovvero tre altoforni in marcia con sei milioni di tonnellate da produrre, il che equivale ad avere "zero esuberi". Resta il fatto – ha proseguito il segretario dei metalmeccanici della Uil – che il sindacato va coinvolto adesso e non a trattativa chiusa».
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