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Istituto Tumori, crescita da record: +3.341% nei fondi di ricerca e più pazienti nei trial clinici

L’IRCCS "Giovanni Paolo II" tra i migliori centri oncologici d’Italia secondo il Ministero della Salute. Superata la media nazionale dei 54 IRCCS italiani

Istituto Tumori, crescita da record: +3.341% nei fondi di ricerca e più pazienti nei trial clinici

Alessandro Delle Donne, Direttore generale dell'Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari

BARI - L’Istituto Tumori "Giovanni Paolo II" di Bari si conferma tra le eccellenze assolute della ricerca oncologica italiana, conquistando numeri da primato nel report ufficiale della Ricerca Corrente 2024, diffuso dal Ministero della Salute. La struttura pugliese, riconosciuta come IRCCS, ha fatto registrare un balzo straordinario nella capacità di attrarre finanziamenti competitivi, raggiungendo un incremento pari al +3341% rispetto all’anno precedente.

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I numeri parlano chiaro: dai circa 170 mila euro ottenuti nel 2022, l’Istituto è passato a oltre 6 milioni di euro di fondi nazionali e internazionali, ottenuti grazie alla partecipazione e alla vittoria in bandi altamente selettivi. Un risultato che non solo rafforza il ruolo strategico del centro barese nel panorama scientifico nazionale, ma lo proietta stabilmente tra i poli di ricerca oncologica più dinamici e innovativi del Paese.

Ma le buone notizie non finiscono qui. Anche sul fronte della sperimentazione clinica, l’Istituto ha registrato una crescita altrettanto impressionante, con un +1648% di pazienti arruolati nei trial clinici interventistici. Un dato che si traduce in un accesso sempre più ampio a terapie sperimentali e innovative per i pazienti oncologici, contribuendo a consolidare il ruolo dell’Istituto come punto di riferimento non solo per la cura, ma anche per la ricerca applicata.

"Questi risultati dimostrano che siamo sulla strada giusta", ha commentato con soddisfazione Alessandro Delle Donne, Commissario Straordinario dell’Istituto. "Essere riconosciuti tra i migliori IRCCS d’Italia certifica il nostro impegno quotidiano nella qualità della ricerca e nell’innovazione. Ogni euro investito in ricerca si traduce in migliori terapie e nuove speranze per i pazienti".

Sul piano delle performance complessive, l’Istituto Tumori di Bari ha raggiunto un risultato normalizzato pari al 120,70%, e una performance non normalizzata del 125,98%, superando abbondantemente la media dei 54 IRCCS italiani, che si attesta su valori decisamente più bassi. La performance normalizzata tiene conto di parametri come le dimensioni della struttura e il contesto operativo, offrendo una valutazione calibrata sulla reale capacità produttiva e di ricerca. Il dato non normalizzato, invece, riflette il valore assoluto del lavoro svolto, evidenziando la robustezza e la qualità dell’attività scientifica dell’Istituto.

"Il nostro successo è il risultato di una squadra altamente qualificata e motivata", ha sottolineato Raffaella Massafra, Vicedirettore Scientifico dell’Istituto. "L’aumento dei finanziamenti e dei pazienti arruolati nei trial clinici conferma che stiamo costruendo un modello di ricerca solido, capace di produrre risultati concreti e di migliorare la vita delle persone che si affidano alle nostre cure".

L’eccezionale crescita registrata nel 2023 si inserisce in un percorso di sviluppo che punta non solo al rafforzamento della qualità scientifica, ma anche alla creazione di nuove sinergie internazionali e all’attrazione di ulteriori investimenti. L’Istituto barese si consolida così come un vero e proprio polo d’eccellenza per l’oncologia, capace di coniugare alta specializzazione clinica e avanguardia nella ricerca.

Il traguardo raggiunto oggi è solo un punto di partenza verso nuovi obiettivi: aumentare la capacità di attrarre risorse, ampliare le collaborazioni con enti di ricerca e università, e offrire ai pazienti pugliesi e italiani sempre maggiori opportunità di accesso alle cure più avanzate.

"Continueremo a investire in ricerca e innovazione, con l’obiettivo di mantenere l’Istituto al vertice delle eccellenze italiane e internazionali", ha concluso Delle Donne. "Perché ogni progresso nella scienza è una speranza in più per chi lotta contro il cancro".

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