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Bari

Allarme verde in Puglia, "Servono più alberi per difendere le città da smog e cambiamenti climatici"

Coldiretti: Solo 10 metri quadrati di verde urbano per abitante, mentre in venti anni spariti anche migliaia di alberi da frutto e ulivi. I dati al centro dell’incontro con gli ambasciatori europei del clima

Sai perchè l’ombra degli alberi è più fresca?

Alberi - archivio

BARI - In una Puglia sempre più minacciata da ondate di calore, alluvioni e desertificazione, la piantumazione di nuovi alberi si conferma una delle priorità assolute per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. La regione può infatti contare su appena 10 metri quadrati di verde urbano per ogni abitante, una dotazione largamente insufficiente rispetto ai bisogni di salute e qualità della vita nelle città.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, in occasione dell’incontro svoltosi a Bari con gli ambasciatori del Patto europeo per il clima, promosso dalla Direzione Generale Clima della Commissione europea, da Alleanza per il Clima Italia, dal Comune di Bari e dalla piattaforma EuCliPa.it.

Nei capoluoghi pugliesi la situazione del verde urbano resta critica. Si va dai 9,2 metri quadrati a testa di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 di Taranto ai 9,6 di Lecce, fino agli 11,9 di Brindisi. Nella regione sono stati censiti quasi 142.000 alberi, con Bari in testa grazie a quasi 30.000 esemplari, seguita da Foggia, Taranto, Lecce, Barletta, Brindisi e Andria, quest'ultima fanalino di coda con solo 15.000 alberi.

Il quadro cambia se si analizza il rapporto tra alberi e abitanti. In questo caso Andria svetta con 15 alberi ogni 100 residenti, seguita da Foggia con 14, Taranto con quasi 11 e Bari ferma a 9 alberi ogni 100 abitanti. Barletta, Lecce e Brindisi fanno meglio, con oltre 20 alberi per 100 abitanti.

Secondo Coldiretti Puglia, ampliare la presenza di spazi verdi è una mossa strategica. I dati parlano chiaro: un parco di grandi dimensioni può abbassare la temperatura locale da 1 a 3 gradi, mentre un’area verde urbana di 1.500 metri quadrati garantisce un raffrescamento medio di 1,5 gradi, con benefici che si propagano a decine di metri di distanza.

Non è solo una questione di benessere climatico. Gli alberi agiscono come veri e propri depuratori naturali, catturando anidride carbonica e polveri sottili. Un ettaro di piante è capace di assorbire fino a 20.000 chili di CO2 ogni anno, mentre una singola pianta adulta può trattenere dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili.

Purtroppo, negli ultimi venti anni anche le campagne pugliesi hanno pagato un prezzo altissimo. Sono scomparse quasi una pianta da frutto su quattro, tra pesche, arance, albicocche e altre coltivazioni, senza dimenticare i circa 21.000 ulivi perduti a causa della Xylella, con gravi danni sia produttivi sia ambientali.

"La perdita dei frutteti - sottolinea Coldiretti - non è solo un danno economico e occupazionale, ma colpisce duramente anche l'ambiente. Gli alberi da frutto, infatti, svolgono un ruolo cruciale nella lotta all'inquinamento, grazie alla loro capacità di assorbire CO2 e migliorare la qualità dell'aria".

Per questo, spiega ancora Coldiretti, è fondamentale intervenire in modo strutturale nelle città, ripensando gli spazi urbani per favorire la diffusione del verde pubblico e privato. Tra le specie vegetali più efficaci contro l'inquinamento atmosferico vengono segnalate la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore e il pioppo, oltre a arbusti come rosa canina, alloro, ligustro, corniolo e biancospino. Non mancano nemmeno le piante aromatiche, tra cui spiccano timo, lavanda e rosmarino.

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