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Taranto
06 Aprile 2025 - 09:30
di Antonio Fanigliulo (*)
Sempre più insistentemente torna alla ribalta la follia del “Fotovoltaico in Mar Piccolo”. Pienamente condivisibile e sottoscivibile l’articolo pubblicato da Taranto Buonasera il 26 marzo 2025.
Giustamente e saggiamente, Associazioni e Cittadini attenti, responsabili e competenti si ribellano alle assurde e dissennate proposte di alcuni imbelli e scellerati che vorrebbero realizzare nello splendido specchio d’acqua dei due seni del Mar Piccolo un “gigantesco impianto fotovoltaico galleggiante”.
Non servono molte parole per descrivere lo scempio e far comprendere il deturpamento che, malauguratamente, si compirebbe. Molti attenti osservatori, talvolta seppure privi di specifiche competenze, hanno ben compreso, analizzato e descritto il “mostro” e il danno economico, ambientale e Paesaggistico che ne deriverebbe.
A differenza di Confartigianato, che con competenza, sapienza e coraggio ha espresso la sua sacrosanta disapprovazione, riprovevole è invece il silenzio, o l’indifferenza, degli Ordini Professionali, in primis e soprattutto quello dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Taranto, già custodi della Bellezza.
Intanto, la Città dei Due Mari, da ormai troppi anni, si attarda, è ferma a galleggiare e discutere di un pavido PUG - “Piano Urbanistico Gattopardo” - che non ha fondamenta, né capo né coda, lasciando spazio all’arbitro e all’improvvisazione, magari alla rendita parassitaria.
Forse nemmeno ha chiaro di cosa si stia realmente parlando, né si comprende dove si voglia portare la splendida Città di Taranto che intanto perde la sua “materia prima” e costitutiva della Città stessa: il suo più pregiato Capitale Umano. Quello più attivo e produttivo. Oltre che ignorare le sue principali risorse naturali primarie: il Mare e la Kultura, a partire dalla Magna Grecia, quindi il Turismo.
Forse, è giunto il momento che la classe politica della Città di Taranto e il suo Governo del Territorio anziché “vaneggiare” e magari consentire di violentare e snaturare i seni del Mar Piccolo e il loro fragile e già compromesso Ecosistema, rivolgesse lo sguardo altrove. Con determinazione dovrebbero finalmente prendere atto, coscienza e consapevolezza della sua principale Risorsa Naturale Primaria, le sue stesse “acque interne”.
Un Bacino, ovvero una Regione d’acqua estesa 10.960 Kmq (più grande della regione Basilicata, 9.992 Kmq, e della Regione Abruzzo, 10.794 Kmq).
Quantomeno, prima di prendere qualsiasi decisione e magari fare scelte improprie e azzardate, se non proprio sbagliate, sarebbe opportuno valutare scientemente, attraverso studi di fattibilità, specifici e qualificati, la possibilità di realizzare in Mar Grande, come già in altri paesi, a distanza di almeno “venti miglia” dalle coste (40 Km), un Parco Eco-Industriale integrato a “scarto zero”: la città off-shore dell’industria energetica sostenibile. Oltre un significativo incremento demografico e conseguente crescita socio-economica, ci renderebbe non più tributari ma produttori di energia pulita per tutto il Sud!
Perché, anziché snaturare, svilire e deturpare il Mar Piccolo, avendo a disposizione sufficiente dominio e ampia estensione, non realizzare invece nel Golfo di Taranto, in Mar Grande, il Polo dell’Energia Pulita: la più grande centrale fotovoltaica d’Italia che, con turbine sommerse per captare anche la forza delle correnti marine, potrebbe arrivare a coprire circa un terzo del fabbisogno energetico Nazionale?
Inoltre, potrebbe consentire, nello stesso sito, anche l’eolico e la produzione dell’Idrogeno in mare.
Non è trascurabile che tutto ciò, oltre a costituire un Polo Scientifico, potrebbe attrarre anche per il Turismo della Scienza e del Lavoro: la Città off- shore dell’Industria a scarto zero.
(*) Architetto
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