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Brindisi
04 Aprile 2025 - 12:38
I lavori al porto di Brindisi
BRINDISI – Una svolta storica per il porto di Brindisi: è arrivato il via libera tanto atteso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che con il decreto numero 55 del 24 marzo 2025 ha ufficialmente approvato il progetto di potenziamento delle infrastrutture portuali fra il pontile petrolchimico e Costa Morena Est. Un risultato che proietta lo scalo messapico verso una nuova era di sviluppo, dopo anni di attesa e una lunga trafila burocratica.
Il progetto prevede interventi di rilievo strategico, con la realizzazione di banchine moderne e una cassa di colmata che consentirà di gestire in modo sostenibile i materiali derivanti dai dragaggi, operazioni sempre complesse soprattutto in un’area classificata come SIN, Sito di Interesse Nazionale per la presenza di aree potenzialmente contaminate.
"Abbiamo centrato un obiettivo sul quale lavoravamo da anni", ha commentato con soddisfazione Ugo Patroni Griffi, commissario straordinario per la Cassa di Colmata. "Questo intervento è stato inserito fra le quindici opere strategiche per il sistema Paese e rappresenta una vera e propria rivoluzione per lo scalo di Brindisi". Fondamentale, secondo il commissario, la sinergia istituzionale con il sostegno determinante di ministeri, Regione Puglia e autorità locali.
Il decreto sblocca ufficialmente un cantiere dal valore di 43 milioni di euro, finanziato nell’ambito del PNRR e del Programma nazionale per le infrastrutture portuali. Si tratta del più imponente investimento portuale nel sud Italia dopo Palermo, e prevede una serie di opere capaci di rilanciare il ruolo di Brindisi nell’Adriatico e nell’intero Mediterraneo.
L’intervento permetterà al porto brindisino di raggiungere una profondità record di 14 metri nei tratti strategici come il canale di accesso al porto interno e le banchine di Costa Morena. Nell’area di Sant’Apollinare, attualmente a -8 metri, si scenderà fino a -12, rendendo lo scalo idoneo ad accogliere navi di dimensioni maggiori e a incrementare sensibilmente il traffico commerciale.
Il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, ammiraglio Vincenzo Leone, sottolinea l’importanza di questo traguardo: "Non parliamo solo di nuove infrastrutture, ma di un volano economico che cambierà il destino di Brindisi e della Puglia. Il nostro porto diventerà una vera piattaforma strategica per i traffici del Mediterraneo, creando nuove opportunità di crescita e occupazione per il territorio".
Il progetto non si limita alle opere portuali: tra gli elementi più innovativi spicca la creazione di un parco verde costiero di 50 mila metri quadrati, che ospiterà vegetazione autoctona e una fauna selvatica protetta. Sarà realizzata anche una passeggiata pedonale di 670 metri, che collegherà l’area urbana alla nuova foce del Fiume Grande, offrendo ai cittadini uno spazio riqualificato e fruibile.
Il fronte di intervento prevede inoltre l’allargamento del canale di accesso da 45 a 130 metri, la riduzione del fronte di attracco e una nuova disposizione delle sponde e dei confini terrestri. Tutte le operazioni saranno svolte sotto la stretta vigilanza di ARPA Puglia, come previsto dalle disposizioni ministeriali.
Con queste trasformazioni, Brindisi si appresta a diventare il secondo porto dell’Adriatico per profondità, subito dopo Trieste, rafforzando così la competitività della regione non solo nel traffico merci ma anche nelle rotte passeggeri e crocieristiche.
La Regione Puglia è ora chiamata a confermare le risorse per dare piena attuazione agli appalti già predisposti, inclusi quelli per i nuovi accosti di Sant’Apollinare, molto attesi anche dagli armatori e dagli operatori logistici.
Dopo anni di attesa, la visione di un porto di Brindisi moderno, sostenibile e integrato con il territorio si avvicina finalmente alla realtà. Un risultato che non riguarda solo la città messapica, ma tutto il tessuto economico e produttivo pugliese, pronto a raccogliere la sfida del futuro.
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