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Slitta la scadenza per la riconversione dei vigneti, Coldiretti: "Serve sostegno per salvare il settore"

Proroga fino al 30 aprile per le domande di aiuto, il vino pugliese resiste ma tra calo dei consumi e criticità climatiche il comparto cerca ossigeno

Il vino novello

Il vino

BARI – Ci sarà tempo fino al 30 aprile per presentare le richieste di sostegno per la campagna 2025-2026 legata agli interventi di riconversione e ristrutturazione dei vigneti. La decisione di posticipare la scadenza, è stata comunicata da Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, e rilanciata da Coldiretti Puglia, che sottolinea l’importanza di questa proroga per un settore in affanno.

Il nuovo termine riguarda sia le domande iniziali sia le richieste di anticipo sui finanziamenti. La pubblicazione delle graduatorie di finanziabilità è a sua volta rinviata al 15 dicembre. Una volta approvate le istanze, sarà possibile per i beneficiari presentare eventuali richieste di modifica minore o la domanda di pagamento a saldo una volta completati gli interventi.

Coldiretti Puglia specifica che, nella compilazione della domanda, è fondamentale indicare chiaramente la finalità dell’istanza, specificando se si tratta di una nuova richiesta o di una modifica, la modalità di pagamento scelta e il cronoprogramma previsto.

Nel frattempo, è stata concessa una proroga di 3 anni sui diritti di impianto in scadenza nei 2024 e 2025, evitando così ai produttori di incorrere in sanzioni qualora decidessero di non utilizzare tali diritti. Una boccata d’ossigeno, spiega Coldiretti, in un momento critico per il comparto vitivinicolo, stretto tra gli effetti del cambiamento climatico e l’instabilità dei mercati nazionali e internazionali.

Secondo i dati di un rapporto elaborato da Ismea, l’Italia mantiene il primato mondiale nella produzione di vino, ma i consumi interni sono in calo, così come l’export, penalizzato anche dalle campagne di demonizzazione contro gli alcolici che stanno prendendo piede in alcune aree del mondo. "Le scorte si stanno accumulando", avverte Ismea, "nel 2023 le giacenze hanno superato i 50 milioni di ettolitri all’avvio della stagione".

Il quadro è aggravato dal sottoutilizzo dei fondi destinati a ristrutturazione, riconversione, investimenti e promozione, mentre si registra un rallentamento anche nell’impiego dei diritti di impianto. Da qui l’urgenza di interventi strutturali a sostegno dei produttori.

La Puglia, intanto, si conferma tra le regioni leader in Italia: con 38 vini DOP e IGP, la regione è al quinto posto nazionale per prodotti certificati, con un valore di 631 milioni di euro, che rappresentano il 93,1% del paniere di indicazioni geografiche del Paese. Un successo che si riflette anche nella qualità percepita dai consumatori, che colloca la Puglia al quarto posto nella classifica dei vini rosati e al quinto per i rossi.

"È fondamentale contrastare le campagne di demonizzazione in atto", ha dichiarato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia. "Il vino, consumato in modo equilibrato, è parte integrante della Dieta mediterranea, riconosciuta in tutto il mondo per i suoi benefici sulla salute. Se gli italiani continuano a essere tra i più longevi, è anche grazie a un’alimentazione consapevole".

A preoccupare Coldiretti è anche la possibilità che politiche restrittive, come quella adottata dall’Irlanda, che prevede etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, si diffondano a livello europeo. "Il rischio", sottolinea Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, "è vedere scaffali con il vino marchiato da avvisi terrorizzanti accanto a prodotti ultra-processati che invece esibiscono bollini verdi, nonostante i noti danni alla salute".

Uno spiraglio positivo arriva però dalla riforma delle Indicazioni geografiche, che dopo due anni di negoziati introduce procedure più snelle per le registrazioni, unificando le norme per il settore alimentare, vinicolo e degli alcolici. Il nuovo regolamento punta a rafforzare la tutela delle Ig anche online e sui domini internet, riconoscendo inoltre il valore delle pratiche sostenibili in campo ambientale, economico e sociale.

Il provvedimento, conclude Coldiretti, attribuisce maggiori poteri ai gruppi di produttori, consentendo loro di creare sistemi volontari per rafforzare la propria posizione nella filiera. Inoltre, sarà obbligatorio indicare in etichetta il nome del produttore, garantendo così la massima trasparenza ai consumatori.

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