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Andria

Maggioranza sotto accusa, il centrodestra attacca: "Bruno non ha più i numeri per governare"

I consiglieri d’opposizione accusano la giunta di confusione e immobilismo: "Scene di un’amministrazione in crisi, i cittadini pagano il prezzo dell’instabilità"

Il Palazzo di Città di Andria - foto Comuni-italiani

Il Palazzo di Città di Andria - foto Comuni-italiani

ANDRIA – Si alza la voce del centrodestra contro l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanna Bruno, finita nel mirino dei consiglieri di opposizione Luigi Del Giudice, Marcello Fisfola, Donatella Fracchiolla e Nino Marmo, che denunciano senza mezzi termini la fine della tenuta politica della maggioranza di centrosinistra.

"La sindaca Bruno aveva iniziato il suo mandato forte di 20 consiglieri su 32, una maggioranza apparentemente solida, che avrebbe dovuto garantirle un percorso amministrativo privo di ostacoli", sottolineano i consiglieri del centrodestra. "Invece, è bastato poco perché le tensioni interne al centrosinistra facessero esplodere malcontenti e spaccature. Oggi la sindaca non ha più neppure la maggioranza minima necessaria per governare, segno evidente di una crisi ormai conclamata".

Secondo i rappresentanti dell’opposizione, a mantenere in piedi la maggioranza sarebbero rimasti solo alcuni esponenti del Partito Democratico, che da 7 consiglieri iniziali hanno tentato di rafforzarsi raccogliendo adesioni dalle liste civiche. "Sono approdati al Pd Malcangi, un tempo in quota Futura, e anche Maiorano e Sgarra, provenienti da ABC", evidenziano, "ma il quadro resta confuso e sempre più fragile".

Il centrodestra punta il dito anche contro alcuni dei fedelissimi della sindaca Bruno, sottolineando come molti di loro, paradossalmente, abbiano radici politiche proprio nello schieramento opposto. "Basti pensare all’attuale capogruppo del Pd, Sanguedolce, o all’assessore alle Attività Produttive, Troia, così come ai consiglieri di Andrialab, Sinisi e Cannone", spiegano, "tutti politici che in passato avevano militato nel nostro campo, oggi sorprendentemente schierati a sostegno della maggioranza traballante".

Un ulteriore colpo alla già instabile amministrazione è arrivato con l’addio dell’ex capogruppo Pd, fino a poco tempo fa unico vero interlocutore capace di animare il dibattito politico dentro e fuori le aule consiliari. "Da tempo emarginato dai suoi stessi colleghi di partito – sottolineano i consiglieri di centrodestra – ha deciso di rompere con la maggioranza, anche alla luce delle frizioni legate al parziale rifinanziamento della tangenziale, su cui non possiamo che ringraziare il ministro Foti e il vice ministro Sisto per la loro gestione ferma e responsabile della vicenda".

I consiglieri d’opposizione non risparmiano critiche nemmeno sulla gestione del consiglio comunale, denunciando come l’assenza del numero legale stia diventando una prassi consolidata piuttosto che un'eccezione: "Abbiamo assistito troppe volte allo scioglimento anticipato delle sedute per mancanza di numero legale, una situazione che sembra destinata a diventare la regola. E oggi si tenta di richiamare la minoranza al senso di responsabilità per l’approvazione di diciassette debiti fuori bilancio, previsti nella prossima seduta del nove aprile, quasi fosse compito nostro garantire i numeri a chi governa", attaccano.

"Chi ha memoria ricorderà bene come, in passato, il centrosinistra abbandonasse sistematicamente l’aula ogni volta che si discutevano i debiti fuori bilancio, molti dei quali, paradossalmente, erano stati proprio loro a generare", aggiungono con fermezza.

Il bilancio tracciato dal centrodestra è severo e punta dritto al cuore della crisi amministrativa: "Le ripercussioni di questa situazione di paralisi si riversano inevitabilmente sulla nostra comunità, che si trova a fare i conti con un’amministrazione confusa, divisa e ormai priva di una rotta chiara", concludono i consiglieri, annunciando che continueranno a vigilare e a denunciare pubblicamente ogni mancanza.

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