Cerca

Cerca

Bari

Sono dazi amari per la Puglia

Secondo Coldiretti, le tariffe del 20 per cento annunciate da Trump metterebbero in ginocchio l’agroalimentare italiano, danneggiando consumatori americani e favorendo il mercato del falso. L’olio di Puglia tra i prodotti più colpiti

Frutta e verdura

Frutta e verdura

BARI – Una stangata da 1,6 miliardi di dollari per i consumatori statunitensi e un potenziale disastro per le imprese italiane. È questo lo scenario delineato da Coldiretti dopo l’annuncio dell’ex presidente americano Donald Trump, intenzionato a reintrodurre dazi al 20 per cento sui prodotti agroalimentari Made in Italy. Un provvedimento che, secondo l’organizzazione agricola, metterebbe a rischio le esportazioni e alimenterebbe il fenomeno dell’italian sounding, che solo negli USA vale oltre 40 miliardi di euro, come ricordato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il pericolo, spiega Coldiretti, è duplice: da un lato l’effetto diretto sul commercio, con un crollo delle vendite e un eccesso di offerta interna, che comporterebbe un forte deprezzamento dei prodotti e un aumento dei costi di stoccaggio, particolarmente critici per le merci deperibili. Dall’altro, la perdita di visibilità e di posizionamento sul mercato americano, a favore di produttori di altri Paesi meno penalizzati dalle nuove tariffe.

A preoccupare è soprattutto l’impatto sulla Puglia, che nel 2023 ha superato il miliardo di euro di export agroalimentare verso gli Stati Uniti. Il rischio è che a farne le spese siano le eccellenze regionali, già da tempo nel mirino delle contraffazioni: secondo i dati dell’Ispettorato Repressione Frodi del MASAF, il 26 per cento delle irregolarità riscontrate nell’UE riguarda proprio l’olio extravergine pugliese, il 5 per cento il Primitivo di Manduria, l’11 per cento il Prosecco, mentre il restante si distribuisce tra Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano e olio toscano.

L’imposizione dei dazi, sottolinea Coldiretti, colpisce proprio il settore agroalimentare, che negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita del 17 per cento sul mercato americano, a fronte di un calo generale dell’export. Il cibo italiano si conferma quindi motore trainante dell’economia nazionale, ma ora rischia un brusco stop.

Di fronte a questo scenario, l’organizzazione agricola chiede un’azione diplomatica forte e coordinata, per evitare una guerra commerciale che penalizzerebbe sia l’Europa che gli Stati Uniti. “Serve una risposta unitaria dell’Unione Europea”, ribadisce Coldiretti, sollecitando un piano straordinario di rilancio per i settori produttivi, fondato su sburocratizzazione, investimenti in innovazione e digitalizzazione, e strategie di diversificazione dei mercati internazionali.

Per Coldiretti, è il momento di agire con lucidità: “Niente mosse avventate. Il dialogo resta l’unica strada possibile per difendere le nostre imprese e i consumatori da entrambi i lati dell’oceano”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori