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Diabete, la Puglia apre ai nuovi sensori: più centri prescrittori e accesso esteso per i pazienti

Annunciata una svolta nella gestione del diabete: la Regione rivede le regole per l’accesso ai sensori di monitoraggio continuo della glicemia. Le nuove tecnologie potranno essere prescritte in tutta la rete territoriale

Alla Bari School di Motore Sanità  una sessione dedicata al diabete

Alla Bari School di Motore Sanità una sessione dedicata al diabete

BARI - Un cambiamento atteso da anni potrebbe presto diventare realtà per migliaia di persone affette da diabete in Puglia. La Regione è pronta a rivedere la normativa che fino ad oggi ha limitato la prescrizione dei sensori di monitoraggio glicemico di nuova generazione, noti come Flash Glucose Monitoring, a un numero ristretto di centri e pazienti.

L'annuncio è arrivato nel corso della Bari School, la tre giorni organizzata da Motore Sanità all'Hotel Excelsior, che ha visto il confronto tra esperti, rappresentanti istituzionali e associazioni di pazienti. Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, e la consigliera regionale Lucia Parchitelli hanno comunicato l’intenzione dell’amministrazione regionale di procedere in tempi rapidi con la revisione della delibera di Giunta attualmente in vigore, sulla base di evidenze scientifiche e dati economici che dimostrano l’efficacia dei dispositivi.

I nuovi sensori, che permettono un controllo costante della glicemia senza la necessità di pungersi le dita, rappresentano un'innovazione che migliora significativamente la gestione della malattia, riduce le complicanze e consente un risparmio concreto per il sistema sanitario.

“Abbiamo dato piena disponibilità a estendere la rete dei centri prescrittori e a investire nell’acquisto dei dispositivi”, ha spiegato Montanaro. Il dipartimento sarà coinvolto anche sul piano finanziario e organizzativo, per garantire la copertura dei costi e il rafforzamento della rete territoriale.

Secondo quanto anticipato, la nuova normativa renderà eleggibili tutti i pazienti con diabete di tipo uno e due in terapia insulinica iniettiva, unificando i criteri di accesso a quelli adottati in altre regioni italiane già orientate verso questa direzione.

“Portare la sanità più vicino ai cittadini significa anche rimuovere ostacoli all’accesso alle tecnologie”, ha dichiarato Lucia Parchitelli. “Quando i centri prescrittori sono troppo distanti dal domicilio, molte persone rinunciano alla cura. Ampliarne il numero è un atto di giustizia sanitaria, purché accompagnato da un attento monitoraggio della qualità”.

Nel corso del convegno, i dati presentati dagli esperti hanno messo in luce l’impatto positivo dell’adozione dei sensori. Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia dell’Università di Bari, ha ribadito l'importanza del monitoraggio continuo: “Una glicemia elevata e persistente compromette organi, apparati e difese immunitarie. I sensori offrono un controllo puntuale e costante, che può fare la differenza nella prevenzione”.

A quantificare i benefici è stato Luigi Laviola, anche lui docente di Endocrinologia: secondo le sue stime, se tutti i pazienti con diabete tipo uno usassero i sensori, la spesa pubblica stimata di quindici milioni di euro sarebbe ampiamente compensata da un risparmio di oltre diciassette milioni in ricoveri per complicanze come ipoglicemie gravi e chetoacidosi.

Il fronte delle associazioni di pazienti si è detto compatto e determinato. Giuseppe Traversa, presidente del Coordinamento Regionale Fand Puglia, ha chiesto un allargamento immediato della rete prescrittiva e un’estensione dei criteri di accesso: “Troppe persone, specie nei piccoli centri, sono costrette a rinunciare a un diritto per motivi logistici. È tempo di agire”.

Dello stesso avviso Monica Priore, presidente di FeDer Diabetici Puglia e membro del direttivo nazionale di Diabete Italia. Ha ricordato che in Puglia sono circa trecentomila le persone che convivono con il diabete, e ha chiesto alla Regione di istituire un Registro regionale della patologia e definire Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali uniformi, per garantire a tutti un’assistenza omogenea e continuativa.

L’apertura della Regione segna dunque un passo importante verso una sanità più equa e tecnologicamente avanzata, capace di rispondere concretamente ai bisogni di una fetta sempre più ampia di popolazione.

Oggi l'ultima giornata della Bari School dedicata alle malattie rare e all’innovazione
La terza giornata della Bari School ha messo al centro il futuro della medicina personalizzata. Dopo i saluti istituzionali di Ignazio Zullo e Andrea Costa, i lavori si sono aperti con un focus sull’organizzazione delle cure per le malattie rare. Sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppina Annicchiarico, Giuseppe Limongelli, Gaetano Piccinocchi, Giancarlo Logroscino, Liliana Rizzo, Marco Castori e Mattia Gentile.

Spazio anche a un approfondimento sull’ipoparatiroidismo, con interventi scientifici di Annamaria Minicucci, Francesco Giorgino, Francesco Colasuonno, Laura Livatino e Alfredo Scillitani. In chiusura, una call to action per rinnovare i percorsi di diagnosi e follow-up con il contributo delle istituzioni, dei clinici e delle associazioni dei pazienti.

La Bari School si conferma così un osservatorio privilegiato sui temi più urgenti della sanità, con l’obiettivo di tracciare nuove rotte per un sistema più efficiente, vicino ai cittadini e capace di accogliere le sfide del futuro.

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