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Ambiente

Carta del Mar Piccolo, vademecum per rigenerare un patrimonio della città

Il documento sarà consegnato venerdì in Prefettura al commissario straordinario per le bonifiche, Vito Uricchio

Una veduta del Mar Piccolo

Una veduta del Mar Piccolo

Si terrà venerdì 4 aprile, alle ore 10.30 nella Sala riunioni della Prefettura di Taranto, l’evento pubblico di presentazione e consegna della Carta del Mar Piccolo, un documento strategico frutto di un ampio percorso partecipativo che ha coinvolto cittadini, enti locali, operatori economici, comunità scientifica e associazioni del territorio. Frutto di quattro incontri (4 giugno, 21 e 22 ottobre, 4 e 5 novembre) durante i quali associazioni, enti, cittadini e stakeholder si sono concentrati su altrettante tematiche (agricoltura, pesca, turismo sostenibile, strategie urbanistiche, fruizione e gestione del patrimonio culturale), la Carta rappresenta una dichiarazione d’intenti condivisa, volta a promuovere la tutela, la rigenerazione e la valorizzazione del Mar Piccolo come bene comune e patrimonio bioculturale, attraverso un modello di governance inclusiva, sostenibile e trasparente, ispirato ai principi della giustizia ambientale, della responsabilità intergenerazionale e dell’approccio One Health.

Durante l’incontro, i professori Maria Casola, delegata Terza Missione, e Nicola Fortunato, entrambi referenti scientifici del progetto, consegneranno ufficialmente il documento al dott. Vito Uricchio, commissario straordinario per le bonifiche, quale gesto simbolico e operativo per attivare forme concrete di cooperazione tra comunità, istituzioni e soggetti tecnici. Sarà presente anche il direttore del Dipartimento jonico UniBA, Paolo Pardolesi. All’iniziative sono stati invitati anche quanti hanno preso parte ai quattro incontri partecipati. Tra i princìpi fondanti della Carta ci sono la precauzione ecologica, l’etica della partecipazione, l’innovazione responsabile e la salute integrata nonché gli obiettivi strategici in ordine alla tutela ambientale, alla promozione della legalità, allo sviluppo sostenibile e alla valorizzazione delle pratiche identitarie. Bonifiche, tutela della biodiversità, rigenerazione urbana, energie rinnovabili compatibili, turismo ecologico, cultura civica e monitoraggio partecipato, queste, invece, le priorità di intervento. Il documento resterà aperto all’adesione di nuovi soggetti, pubblici e privati, che intendano condividere e rafforzare il percorso di cura collettiva del Mar Piccolo e delle sue comunità.

«La Carta del Mar Piccolo - spiegano i referenti del progetto, Maria Casola e Nicola Fortunato - non è solo un documento ma un impegno pubblico e condiviso per il futuro di un ecosistema fragile e prezioso. È un invito alla corresponsabilità, alla cooperazione e alla costruzione di un nuovo rapporto tra ambiente, persone e istituzioni».

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