ANDRIA – Frattura insanabile tra maggioranza e opposizione sul futuro urbanistico della città. I consiglieri comunali del centrodestra Andrea Barchetta, Luigi Del Giudice, Marcello Fisfola, Donatella Fracchiolla e Nino Marmo hanno annunciato la sospensione immediata della loro partecipazione al Tavolo tecnico istituito un anno fa per la revisione delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale e per il recepimento della legge regionale 36.
La decisione è stata comunicata formalmente al sindaco Giovanna Bruno, all’assessore alla Pianificazione Strategica Curcuruto e al dirigente del settore. Una scelta motivata da “profonda delusione per un percorso partecipativo trasformato in esercizio puramente formale”, come dichiarano in una nota i rappresentanti del centrodestra.
“Abbiamo aderito con senso di responsabilità – spiegano i consiglieri – confidando in un confronto aperto e costruttivo. Ma ci siamo ritrovati davanti a un tavolo svuotato di ogni valore, dove le decisioni venivano prese altrove, esclusivamente tra le forze di maggioranza.”
Secondo l’opposizione, il dibattito politico è stato azzerato, i documenti prodotti non hanno mai ricevuto validazione ufficiale, e persino il confronto tecnico è stato oscurato da continui attriti interni alla maggioranza, che avrebbero bloccato i lavori per lunghi mesi. A peggiorare la situazione, l’invito a non divulgare alcuna bozza, bollata come priva di valore, e il mancato dialogo per trovare una sintesi sui nodi programmatici.
“Ora che le tensioni interne sembrano placate – accusano i firmatari – la maggioranza vorrebbe riprendere il percorso come se nulla fosse accaduto, pretendendo adesione silenziosa da parte nostra. Ma il tempo del ‘signorsì’ è finito. Non ci prestiamo a un ruolo da comparse.”
I consiglieri del centrodestra chiedono che i prossimi passaggi avvengano in modo trasparente e ufficiale, con documenti chiari da esaminare nelle sedi istituzionali, come le Commissioni e il Consiglio comunale, e solo dopo una fase mista di confronto tra tecnici e rappresentanti politici.
“La partecipazione non può essere una finzione. Se si vuole davvero costruire un piano urbanistico condiviso, serve rispetto per tutte le forze in campo. E soprattutto – concludono – serve un metodo di lavoro che valorizzi il dialogo, non lo zittisca.”