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Bari
01 Aprile 2025 - 07:37
Agricoltura
L’agricoltura pugliese si fa sempre più inclusiva e dinamica, con una presenza crescente di imprese condotte da cittadini stranieri, spesso impegnati in percorsi di integrazione che, partiti da esperienze come braccianti o operai, li hanno portati a diventare imprenditori agricoli a tutti gli effetti.
Secondo una recente analisi di Coldiretti Puglia, basata sui dati Unioncamere aggiornati al 31 dicembre 2024, in regione si contano 1.208 imprese agricole guidate da stranieri, di cui il 52 per cento extra-UE e il restante 48 per cento proveniente da Paesi dell’Unione Europea. Sorprendente anche la componente femminile: il 49 per cento delle imprese è condotto da donne, mentre l’8 per cento da under 35, a dimostrazione del ruolo crescente di giovani e donne nel rinnovamento del settore primario.
I dati di Coldiretti Puglia
L’agricoltura multietnica pugliese, spiegano da Coldiretti, non è solo un fenomeno numerico, ma rappresenta una risorsa per l’intero comparto, portando con sé nuove tecniche produttive, culture diverse e varietà agricole inedite, in un contesto in cui sempre più spesso la terra è affidata a chi, pur non avendo radici familiari in ambito agricolo, sceglie di costruire il proprio futuro tra i campi.
Uno dei principali ostacoli alla nascita di nuove imprese guidate da giovani resta però l’accesso alla terra, in particolare per chi non dispone di proprietà familiari. In un contesto dove il costo medio dei terreni agricoli in Puglia ha raggiunto i 15.100 euro per ettaro, con punte di 16.400 euro nelle aree di pianura, la difficoltà ad avviare un’attività indipendente è concreta. Nonostante questo, il comparto ha fatto segnare una crescita costante, con un incremento dell’1,3 per cento nel 2023, dopo il +1,5 per cento del 2022 e il +1,6 per cento del 2021.
A rallentare ulteriori investimenti sono però anche le incertezze legate alla nuova Politica Agricola Comune, soprattutto per quanto riguarda i premi legati agli ecoschemi. Inoltre, l’aumento dei tassi d’interesse e le difficoltà croniche nell’accesso al credito continuano a rappresentare un freno importante per chi vorrebbe investire nel settore.
Ma nonostante le difficoltà, la voglia di fare impresa non si ferma. Il ricorso agli affitti dei terreni è in crescita, in particolare per i seminativi irrigui in pianura, mentre si registra una lieve flessione per le superfici a vigneti di pregio. A trainare la domanda sono soprattutto aziende dinamiche, spesso a conduzione giovane o femminile, che puntano sulla versatilità e sull’innovazione.
In questo scenario, è sempre più centrale il ruolo delle donne in agricoltura. In Puglia, secondo Coldiretti, sono oltre 23mila le aziende agricole condotte da donne, un numero che racconta una trasformazione profonda e innovativa del comparto rurale, con figure femminili capaci di coniugare tradizione e modernità.
Le imprenditrici pugliesi si muovono dall’allevamento alla trasformazione dei prodotti, passando per florovivaismo, agriturismo, vendita diretta e attività sociali. Un segmento in forte crescita è quello delle fattorie didattiche e degli agriasilo, ma anche le iniziative di inserimento lavorativo per donne in difficoltà, spesso vittime di violenze, sono sempre più numerose.
Per sostenere questa spinta imprenditoriale, Coldiretti propone un piano articolato fatto di formazione mirata, semplificazione burocratica, incentivi rapidi, strumenti flessibili per l’accesso al lavoro e investimenti mirati in innovazione, nella consapevolezza che l’agricoltura rappresenta oggi una leva strategica per la salute, l’ambiente, la sicurezza alimentare e la coesione sociale.
La sfida è trasformare il comparto in una vera e propria infrastruttura civile, capace di garantire sovranità alimentare e sviluppo sostenibile, ma anche di offrire opportunità concrete a chi è pronto a scommettere su un futuro costruito con le mani nella terra.
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