Presenti alla cerimonia la vicesindaca Giovanna Iacovone, l’assessora regionale all’Ambiente e alle Politiche di genere Serena Triggiani, la presidente del Municipio II Alessandra Lopez, la consigliera comunale Giovanna Salemmi – promotrice dell’iniziativa – e il consigliere comunale Claudio Schirone.
“È nostro dovere riservare spazi pubblici a donne che, come Tina Anselmi, hanno contribuito in maniera decisiva alla costruzione della democrazia italiana”, ha dichiarato Giovanna Iacovone, che ha ribadito l’impegno dell’amministrazione nel colmare il divario toponomastico tra uomini e donne.
“Tina Anselmi è stata una pioniera, una donna che ha saputo rompere le barriere e aprire la strada a tante altre”, ha aggiunto Alessandra Lopez, sottolineando il valore non simbolico ma politico e culturale di questa intitolazione.
L’iniziativa fa parte della campagna nazionale “8 marzo, 3 donne, 3 strade” promossa dall’associazione Toponomastica Femminile e sostenuta da ANCI, con l’obiettivo di restituire visibilità alle protagoniste della storia italiana, spesso dimenticate dalla toponomastica urbana.
Chi era Tina Anselmi
Nata nel 1927 a Castelfranco Veneto, Tina Anselmi fu partigiana durante la Resistenza e assunse il nome di battaglia “Gabriella”. La scelta di unirsi alla lotta antifascista maturò dopo aver assistito, da studentessa, all’impiccagione di 31 partigiani da parte dei nazifascisti.
Dopo la guerra si iscrisse alla Democrazia Cristiana e cominciò un lungo impegno sindacale e politico che la portò, nel 1968, ad essere eletta deputata per la prima volta. Rimase alla Camera fino al 1992, distinguendosi per il suo impegno in tema di diritti delle donne, pari opportunità e sanità pubblica.
Nel 1976 diventò la prima ministra donna della Repubblica Italiana, assumendo il dicastero del Lavoro e della Previdenza Sociale nel governo Andreotti. In seguito fu anche Ministra della Sanità, e contribuì in modo decisivo all’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale con la legge 833 del 1978. Fu in prima linea nella battaglia per il ritiro di migliaia di farmaci considerati inutili o dannosi.
Nel 1981 fu scelta per guidare la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli, un incarico delicato che svolse con rigore, nonostante le forti pressioni e le minacce subite.
Figura morale di altissimo profilo, Anselmi è stata proposta più volte per la Presidenza della Repubblica, diventando un punto di riferimento trasversale nella politica italiana.
Colpita da Parkinson e da un ictus, è morta nel 2016 nella sua casa natale. Ancora oggi è ricordata come una delle “madri della Repubblica”, emblema di coerenza, coraggio e passione civile.
Con l’intitolazione a lei dedicata, Bari rende omaggio a una donna che ha fatto la storia, affinché il suo esempio resti impresso nella memoria collettiva e continui a ispirare le nuove generazioni.