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Il fatto
31 Marzo 2025 - 07:46
Un cappuccino - archivio
BARI - Al risveglio, i pugliesi fanno i conti con una colazione sempre più costosa. I dati dell’Osservatorio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, fotografano una realtà allarmante: il costo degli alimenti più consumati al mattino è salito alle stelle, con Bari che registra alcuni dei rincari più elevati a livello nazionale.
Negli ultimi quattro anni, il prezzo del caffè tostato nel capoluogo pugliese è aumentato del 32%, ma la situazione è ancora più grave se si considerano i dati più recenti. Confrontando le rilevazioni del 2022 con quelle attuali, i prezzi sono cresciuti fino al 57%, colpendo beni di largo consumo come il burro (+57%), il latte scremato (+47%), il latte intero (+26%) e lo stesso caffè (+46%).
A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che parla di una vera e propria emergenza alimentare. Alla base degli aumenti ci sarebbero tensioni internazionali, crisi delle materie prime, rincari energetici e fenomeni speculativi, che hanno trasformato la spesa quotidiana in una corsa a ostacoli per moltissime famiglie.
Di fronte a prezzi in continuo aumento, i consumatori rispondono con tagli e strategie di sopravvivenza: dalla scelta dei discount ai cambi continui di supermercato alla ricerca dell’offerta più conveniente, fino alla lotta contro gli sprechi. Secondo Coldiretti, sta tornando in auge la cucina del recupero, la lista della spesa mirata, la gavetta da casa e persino gli orti domestici, mentre si presta sempre più attenzione alle scadenze e alle quantità acquistate.
Ma il caro prezzi colpisce anche a monte della filiera, con effetti pesanti sugli allevamenti e sulla produzione agricola. Nelle stalle si vive una situazione critica, aggravata dalla siccità e dal crollo della produzione di foraggio e mais, mentre i costi di alimentazione animale sono diventati insostenibili.
Un segnale di sollievo è arrivato con l’approvazione definitiva del Decreto sulle accise da parte del Consiglio dei Ministri, che mantiene agevolazioni fiscali sul carburante agricolo. Secondo Coldiretti, la misura accoglie le richieste del settore e rappresenta una boccata d’ossigeno per le aziende agricole e ittiche, alle prese con un contesto economico sempre più fragile, aggravato dall’aumento del gasolio agricolo del 22% rispetto al periodo pre-bellico.
L’obiettivo è salvaguardare la capacità produttiva italiana e contenere l’impatto sui prezzi al consumo, che rischiano di rendere inaccessibili anche i beni più semplici, come un caffè e un cornetto al bar.
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