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Sanità
28 Marzo 2025 - 11:09
Esami clinici - archivio
BARI - Vecchie sanzioni per visite mai effettuate continuano ad arrivare nelle case dei cittadini pugliesi, nonostante una legge regionale ne abbia da tempo sancito l’illegittimità. A sollevare il caso è il consigliere Renato Perrini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale e vicepresidente della Commissione Sanità, che ha annunciato di aver depositato una richiesta di audizione urgente per chiarire l’operato della Asl di Taranto, accusata di continuare a pretendere penali per prestazioni sanitarie risalenti a oltre dieci anni fa.
“Pensavo che la questione fosse definitivamente archiviata, ma purtroppo devo constatare il contrario”, ha dichiarato Perrini, ricordando come nel 2021 fu approvata all’unanimità una legge regionale – la n. 26 del 6 agosto – che annullava le rivalse per prestazioni non disdette prima del 30 giugno 2016.
La norma, fortemente voluta proprio da Perrini, prevede che non possano essere richiesti né i ticket sanitari né le penali per mancata disdetta delle prestazioni mediche prenotate e poi non eseguite, nel caso in cui i cittadini risultassero esenti o in condizioni particolari non verificate dalle aziende sanitarie entro quella data.
“La legge è chiara, non è mai stata impugnata dal Governo e quindi è pienamente in vigore. Eppure – denuncia il consigliere – continuano ad arrivare cartelle e richieste di pagamento, soprattutto da parte della Asl di Taranto, su visite prenotate anche nel 2012”.
Perrini parla di “vere e proprie vessazioni” nei confronti di pazienti già costretti a fare i conti con una sanità pubblica che fatica a garantire servizi adeguati, e che ora pretende denaro per disguidi di oltre un decennio fa.
“Ho ricevuto numerose segnalazioni solo negli ultimi giorni, a dimostrazione che si tratta di un problema tutt’altro che isolato”, aggiunge il vicepresidente della Commissione Sanità, che ora chiede un confronto pubblico con i vertici regionali e con l’assessore Raffaele Piemontese.
“Bisogna capire perché la legge non viene applicata. E soprattutto va tutelato il diritto dei cittadini a non subire ulteriori ingiustizie”, conclude Perrini.
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