Cerca

Cerca

Sanità

In Puglia mancano infermieri, a rischio l’assistenza e gli investimenti del Pnrr

Con appena 4,66 infermieri ogni mille abitanti, la regione è tra le ultime in Italia. La Fondazione Gimbe lancia l’allarme: senza personale, salta la riforma dell’assistenza territoriale

Infermiere

Infermieri

BARI – In Puglia la carenza di infermieri è strutturale e allarmante, con numeri che posizionano la regione agli ultimi posti a livello nazionale. Lo certifica l’ultima analisi condotta dalla Fondazione Gimbe, che fotografa una situazione in progressivo peggioramento e che rischia di vanificare gli investimenti del Pnrr nella sanità territoriale, proprio dove il personale infermieristico dovrebbe essere protagonista.

Secondo i dati più aggiornati, risalenti al 2022, in Puglia sono attivi 4,66 infermieri dipendenti del Servizio sanitario ogni mille abitanti, a fronte di una media nazionale pari a 5,13. Un valore che colloca la regione al diciassettesimo posto in Italia, tra le peggiori performance del Paese, in linea con le altre regioni sottoposte a Piani di rientro, escluso il Molise.

“Un quadro che compromette seriamente il funzionamento del servizio sanitario pubblico e mina l’equità di accesso alle cure”, avverte Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che non usa mezzi termini per definire l’emergenza: “senza un’adeguata dotazione di personale, i fondi del PNRR sono destinati a rimanere lettera morta”.

Ma il problema non riguarda solo il numero degli operatori. La professione infermieristica in Puglia, come nel resto del Paese, soffre di scarsa attrattività, stipendi inadeguati e prospettive professionali limitate, tanto che il numero di iscrizioni ai corsi di laurea è crollato, e oltre 10 mila professionisti ogni anno abbandonano la professione.

A peggiorare lo scenario c’è il “picco pensionistico” ormai alle porte: nel 2022, più di un infermiere su quattro aveva già superato i 55 anni. Il rischio concreto è che, nel giro di pochi anni, la sanità pubblica si ritrovi senza forze sufficienti per reggere l’urto dell’invecchiamento della popolazione.

Il paradosso è evidente: aumentano i bisogni assistenziali, ma diminuiscono i professionisti in grado di rispondervi. In una regione come la Puglia, dove gli over 65 rappresentano ormai una fetta sempre più consistente della popolazione, la mancanza di infermieri diventa una vera emergenza sanitaria.

Senza un cambio di passo deciso, sottolinea Gimbe, l’attuazione del DM 77, che prevede la nascita di Case e Ospedali di Comunità e l’espansione dell’assistenza domiciliare, rischia di fallire. Secondo le stime Agenas, solo per garantire il funzionamento dei nuovi servizi servirebbero tra i 20 e i 27 mila infermieri di comunità, ma oggi quella platea è ben lontana dalla realtà.

“La Regione deve intervenire con un piano straordinario”, è l’appello che arriva dal mondo scientifico. Incentivi economici, alloggi calmierati, agevolazioni sui trasporti, sicurezza nei luoghi di lavoro, percorsi di carriera chiari e formativi: sono queste le leve su cui agire per non lasciare soli gli infermieri e per evitare che la sanità pugliese collassi sotto il peso della sua stessa inefficienza.

La Puglia si trova di fronte a un bivio. O investe concretamente sul personale, restituendo dignità e valore alla professione infermieristica, o rischia di vedere sfumare l’opportunità irripetibile rappresentata dal Pnrr, perdendo non solo risorse ma anche la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema pubblico di cura.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Video del giorno

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori