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Venti pini a rischio abbattimento in piazza Gradinico: cittadini e associazioni insorgono

Appello contro la rimozione degli alberi storici nell’ambito dei lavori di riqualificazione: “Scelta priva di sensibilità ambientale, il verde si tutela, non si cancella”

Piazza Gradenico Trani

Piazza Gradenico Trani

TRANI – Una riqualificazione attesa da decenni si trasforma in un caso cittadino, tra polemiche ambientali e appelli alla partecipazione civica. A scatenare il malcontento è il progetto per il restyling di piazza Gradenico, meglio conosciuta come piazza Sant’Agostino, che prevede, tra gli interventi principali, l’abbattimento di venti pini presenti da oltre settant’anni.

L’inizio dei lavori è ormai imminente, ma associazioni, comitati e cittadini si oppongono con forza alla rimozione di quelle alberature, considerate non solo un patrimonio naturale, ma parte integrante della memoria e dell’identità del quartiere. In prima linea nella protesta ci sono l’associazione OIKOS Trani APS, il Codacons locale, il Comitato Piazza Sant’Agostino e il movimento civico Articolo 97 Liberi e Trasparenti, che contestano la mancanza di una valutazione agronomica completa e trasparente e criticano l’intero approccio dell’amministrazione alla gestione del verde urbano.

“Siamo favorevoli alla riqualificazione della piazza, ma non a questo prezzo”, spiegano le realtà promotrici della mobilitazione. “Il taglio totale degli alberi non è giustificato da motivazioni tecniche sufficienti e potrebbe lasciare la piazza spoglia per anni, nel caso di blocchi o ritardi nei lavori del secondo stralcio”.

Per approfondire la questione, le associazioni hanno commissionato una relazione agronomica indipendente al dottor Vincenzo Betti, il quale ha effettuato un’analisi delle condizioni fitostatiche degli alberi. L’esito è stato chiaro: 14 pini su 20 sono in classe B, quindi con un rischio molto basso di cedimento, mentre solo 6 presentano elementi critici che richiederebbero ulteriori verifiche o interventi mirati.

A preoccupare i firmatari dell’appello è anche il nulla osta rilasciato dalla Soprintendenza, ottenuto – sostengono – senza il supporto di documentazione agronomica dettagliata e senza alcun coinvolgimento della cittadinanza. “Una scelta arbitraria e irrispettosa dei principi di trasparenza e partecipazione democratica”, si legge nella nota congiunta.

“Abbattere un albero non può essere la prima opzione. Deve esserlo l’ultima”, affermano. “Prima occorre valutare ogni soluzione alternativa: materiali drenanti per proteggere le radici, sistemi di manutenzione adeguati, potature regolari e tecniche di arboricoltura urbana già consolidate in molte città italiane”.

Il tono della protesta si fa accorato. “Non possiamo accettare che gli alberi vengano trattati come semplici ostacoli da eliminare. Sono esseri viventi che migliorano la qualità dell’aria, offrono ombra, ospitano biodiversità e raccontano la storia di un luogo”.

I promotori si rivolgono direttamente all’amministrazione comunale, chiedendo una sospensione immediata del taglio e un confronto pubblico con tecnici, cittadini e associazioni. Ma l’appello è rivolto anche a tutta la comunità: “Chi governa ha il dovere di ascoltare, ma anche noi cittadini abbiamo il dovere di farci sentire. Non restiamo indifferenti, partecipiamo, perché la città è un bene comune che appartiene a ciascuno di noi”.

In attesa di un eventuale ripensamento, il messaggio è chiaro: “Il futuro di piazza Sant’Agostino non può prescindere dal rispetto del suo passato. E i pini ne sono parte viva”.

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