TRAPANI – Sono millecentouno i nomi che hanno risuonato nella piazza di Trapani, durante la trentesima edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno dedicata alle vittime innocenti delle mafie. Millecentouno storie spezzate che, pronunciate una ad una, diventano un richiamo collettivo alla coscienza civile. Tra i partecipanti, anche l’assessora alla Cultura e Legalità della Regione Puglia, Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte, vittima della criminalità mafiosa.
Quest’anno, per la prima volta, Matrangola ha partecipato alla manifestazione con una doppia veste: quella di familiare e quella di rappresentante delle istituzioni. Un passaggio che ha segnato un nuovo capitolo del suo impegno civile e politico, portato avanti da venticinque anni nel solco dell’antimafia sociale. “Le mafie si nutrono delle disuguaglianze, crescono dove i diritti vengono negati e le fragilità restano senza risposta”, ha sottolineato nel suo intervento, ribadendo l’urgenza di un’azione pubblica credibile e continuativa.
L’impegno della Regione Puglia, ha spiegato l’assessora, si sta sviluppando attraverso una strategia integrata che punta a colpire la criminalità nei suoi ambienti favorevoli: il disagio, la marginalità, la solitudine sociale. Educazione alla legalità, rafforzamento del tessuto associativo, contrasto alla dispersione scolastica e promozione della cultura della cittadinanza attiva sono tra gli strumenti messi in campo.
“La lotta alle mafie non si vince solo nelle aule dei tribunali, ma nelle strade, nelle scuole, nei luoghi della partecipazione”, ha dichiarato Matrangola. “Abbiamo il dovere di essere credibili, di incarnare la fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni, soprattutto nei territori più esposti alla pressione mafiosa.”
In un momento di profondo significato simbolico, la rappresentante pugliese ha ricordato che la memoria delle vittime deve tradursi in azione concreta, perché soltanto attraverso il fare si onora davvero il sacrificio di chi ha perso la vita per un ideale di giustizia.
“Essere comunità significa prendersi cura l’uno dell’altro, senza voltarsi dall’altra parte. Se restiamo uniti – ha concluso – nessuno sarà mai più forte di noi.”
Una dichiarazione che riecheggia come un monito e una promessa: la legalità non è una bandiera da esibire, ma un cammino da percorrere ogni giorno, insieme.