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Usura e povertà, è allarme: “Sempre più famiglie a rischio, anche con lavoro stabile”

Nel bilancio 2024 della Fondazione San Nicola emerge un quadro sociale critico: aumentano le richieste d’aiuto, ma pochi denunciano. Cresce il gioco d’azzardo e la criminalità si insinua nel disagio economico

Il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bari

Usura

BARI – Un lavoro silenzioso ma costante, quello della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari, che nel 2024 ha affrontato un’emergenza sociale crescente, fatta di famiglie strozzate dai debiti, lavoratori in difficoltà e vittime dell’usura spesso incapaci di denunciare. Il quadro tracciato dalla presidente Antonella Bellomo nel bilancio annuale è quello di una società dove la povertà cresce anche tra chi ha un’occupazione regolare, mentre la criminalità approfitta di vuoti istituzionali e fragilità economiche per infiltrarsi con offerte di denaro rapido e pericoloso.

“Il 2024 è stato un anno di transizione importante per noi”, ha spiegato Bellomo, “con il riconoscimento come Ente del Terzo Settore iscritto al Registro Nazionale. Ma è stato anche l’anno in cui abbiamo registrato un afflusso sempre più preoccupante di persone in difficoltà: impiegati pubblici, famiglie apparentemente stabili, padri e madri costretti a convivere con lavori in nero e redditi insufficienti”.

La Fondazione, attiva da anni sul territorio pugliese, opera in base agli articoli 14 e 15 della legge 108 del 1996, fornendo garanzie sui prestiti per chi non può accedere al credito tradizionale e offrendo assistenza legale alle vittime di usura, anche attraverso la costituzione di parte civile nei processi penali.

Il sostegno, però, non basta a superare la paura e la vergogna. Anche nel 2024, nessuna delle persone assistite ha avuto il coraggio di denunciare i propri aguzzini, nonostante la Fondazione metta a disposizione un team di avvocati esperti. Un dato che si riflette anche nei numeri ufficiali: le denunce per usura nel distretto Bari-Foggia-Trani sono scese da 63 a 59, con appena 18 casi registrati a Bari, a fronte di un significativo aumento delle truffe aggravate, passate da 268 a 622.

“L’usura è una struttura di peccato che si alimenta della povertà e della solitudine”, ha dichiarato l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, intervenuto a sostegno dell’iniziativa. “Tocca tutti gli strati sociali, anche in un contesto dove i dati sull’occupazione sembrano migliorare. Ma se il lavoro non è dignitoso, se il reddito è insufficiente, il rischio usura resta altissimo”.

Nel 2024, la Fondazione ha attivato 13 nuove pratiche di garanzia con i fondi statali, per un valore complessivo di oltre 545mila euro, a cui si aggiungono interventi sotto forma di sovvenzioni senza interesse e azioni di beneficenza. Il valore delle garanzie fideiussorie prestate ammonta a 432.200 euro.

Grande attenzione è stata riservata anche al fenomeno del gioco d’azzardo, in particolare nella sua forma digitale. “L’azzardo non conosce crisi, e oggi dilaga soprattutto online”, denuncia Bellomo. “Il volume delle giocate ha raggiunto i 150 miliardi di euro nel 2023, più della spesa sanitaria nazionale. E i numeri più alti si registrano proprio al Sud, con Palermo, Napoli e Bari in testa”.

La Fondazione ha avviato un percorso di accompagnamento per i giocatori patologici, grazie alla collaborazione con un’associazione guidata da un ex giocatore che ha superato la dipendenza. Tuttavia, le iniziative di prevenzione restano ancora troppo poche, soprattutto nelle scuole e nei centri giovanili. “Serve una nuova stagione di impegno civico e comunicazione. Da anni non si parla più abbastanza di questa piaga”, osserva la presidente.

Sul fronte ecclesiale, la Fondazione aderisce al progetto nazionale “Mi fido di noi”, lanciato da CEI, Caritas e Consulta Antiusura, che punta a rilanciare il Prestito della Speranza attraverso strumenti di microcredito e percorsi di educazione finanziaria, in vista dell’Anno del Giubileo.

A sostenere il lavoro della Fondazione ci sono le Diocesi convenzionate di Altamura, Bari, Brindisi-Ostuni, Castellaneta, Conversano, Molfetta, Nardò-Gallipoli, Oria, Otranto, Taranto e Trani, che fungono da primo punto di ascolto per i casi segnalati nei rispettivi territori.

Ma al centro dell’attività quotidiana, resta l’ascolto. “Le porte della nostra sede sono sempre aperte”, sottolinea Bellomo. “Chi chiede aiuto viene accolto da volontari preparati, che mettono a disposizione tempo, esperienza e competenze, offrendo non solo soluzioni, ma anche vicinanza umana e solidarietà concreta”.

In una società sempre più esposta a crisi economiche, instabilità geopolitiche e sollecitazioni consumistiche, la Fondazione Antiusura di Bari si conferma un baluardo di legalità, sostegno e speranza, capace di intercettare le fragilità prima che si trasformino in tragedie. Ma, come ribadisce la relazione annuale, “senza un’alleanza vera tra istituzioni, Chiesa, Terzo settore e cittadini, la lotta contro l’usura e il sovraindebitamento rischia di restare una battaglia solitaria”.

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