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Barletta e Trani

Dopo la Provincia a tre teste, ecco l'Archivio di Stato bicefalo. La Bat non finisce di stupire

Fratelli d’Italia esulta per il doppio riconoscimento. Il Comitato pro Archivio di Trani parla di occasione mancata e punta il dito contro Governo e Comune. Si valuta un ricorso al Tar

La sede della sezione di Trani dell'Archivio di Stato di Bari in piazza Sacra Regia Udienza

La sede della sezione di Trani dell'Archivio di Stato di Bari in piazza Sacra Regia Udienza

BAT - Due sedi coordinate e di pari grado. Nessuna sede dipendente dall'altra. Pari e patta, ma il fuoco cova sotto la cenere.

L’istituzione di due sedi provinciali degli Archivi di Stato a Barletta e Trani accende il dibattito politico e civico nella sesta provincia pugliese. La decisione, accolta con entusiasmo da alcuni rappresentanti istituzionali, viene duramente contestata da chi, come il Comitato pro Archivio di Stato di Trani, avrebbe voluto il riconoscimento esclusivo per la città giudiziaria e culturale per eccellenza del territorio.

A rivendicare con orgoglio il risultato sono Francesco Ventola, europarlamentare e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, e la deputata tranese Mariangela Matera, che con una nota congiunta parlano di “traguardo storico per il territorio”.

“Si tratta – sottolineano – di un riconoscimento importante che attribuisce pari dignità e autonomia alle due città, dando finalmente risposte a una comunità che da tempo chiedeva attenzione per il proprio patrimonio culturale. Dietro questo risultato – aggiungono – c’è stato un lavoro silenzioso ma costante, condotto in sinergia con il Ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano e dal neo Ministro Alessandro Giuli. Il provvedimento segna un passo decisivo per completare la rete degli uffici periferici dello Stato nella Bat”.

Ma se da un lato si celebra, dall’altro si contesta. E con toni decisamente accesi.

Alessandro Moscatelli, avvocato e promotore del Comitato pro Archivio di Trani, non usa mezzi termini e parla apertamente di “sconfitta mascherata da vittoria”. Secondo Moscatelli, il doppio riconoscimento sarebbe il frutto di un compromesso politico che penalizza Trani, pur riconosciuta – afferma – come “polo culturale e giuridico per statuto e vocazione”.

“È un provvedimento ibrido – attacca Moscatelli – che tradisce le legittime aspettative della città. Trani ha resistito alle pressioni con dignità, ma la decisione finale è stata presa per accontentare gli interessi barlettani, ignorando la storia e i riferimenti normativi”. L’avvocato non risparmia critiche nemmeno all’amministrazione comunale di Trani, accusata di “non essersi opposta con fermezza” al progetto: “Qualcuno ora si metterà medaglie al petto, ma questa è una mezza sconfitta travestita da successo”.

Moscatelli ricorda l’attività svolta dal comitato, tra petizioni, esposti e ricorsi anche presso la Corte dei Conti, contro il tentativo – a suo dire fallito – di trasformare l’ex palazzo delle poste di Barletta in sede d’Archivio. Non manca però un riconoscimento a chi ha sostenuto la battaglia, tra cui proprio la deputata Matera e il gruppo di Fratelli d’Italia di Trani, che hanno appoggiato le ragioni del comitato in sede ministeriale.

L’avvocato si rivolge infine al Comune di Trani, chiedendo di valutare un ricorso alla giustizia amministrativa: “Il decreto, una volta adottato, potrebbe essere impugnato perché in contrasto con i principi che hanno ispirato la nascita della provincia Bat. Se si giustifica una doppia sede per gli Archivi, allora – ironizza – anche le Questure dovrebbero moltiplicarsi: una a Trani, una a Barletta e una ad Andria”.

Il tema, tutt’altro che chiuso, si appresta a diventare un nodo politico caldo nei prossimi mesi, con possibili riflessi sulle alleanze locali e sui prossimi appuntamenti elettorali. Quel che è certo è che l’Archivio di Stato, da strumento di tutela storica e culturale, è diventato oggi anche terreno di scontro istituzionale.

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