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Bari

Nuovo intervento salvavita: impiantata una valvola mitralica Myval su una protesi malfunzionante

L'équipe multidisciplinare dell'Anthea Hospital realizza un'altra prima nazionale: tecnica combinata femorale e toracica per salvare una paziente di 78 anni. La donna dimessa in buone condizioni dopo cinque giorni

L'equipe impegnata nella sala operatoria

L'equipe impegnata nella sala operatoria

BARI – Dopo aver segnato un primato nazionale solo pochi mesi fa, l’Heart Team dell’Anthea Hospital di Bari si conferma ai vertici della chirurgia cardiovascolare italiana, eseguendo per la seconda volta in Italia un intervento innovativo, questa volta su una paziente portatrice di una protesi biologica ormai deteriorata.

Protagonista del nuovo traguardo medico è Maria, settantotto anni, barese, giunta in condizioni critiche nel reparto di Alta Specialità dell’ospedale accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale. Il trasferimento in emergenza è avvenuto da un altro presidio della regione a causa di un grave scompenso cardiaco associato a edema polmonare, che comprometteva le funzioni vitali, soprattutto quelle di fegato e reni.

Il cuore della donna era già stato sottoposto in passato a un intervento complesso, con triple bypass e impianto di valvola mitralica biologica, ormai malfunzionante. In un quadro clinico così delicato, l’opzione di un nuovo intervento a cuore aperto risultava impraticabile per l’elevato rischio. La soluzione è arrivata con una procedura mai tentata prima in Italia: l’inserimento percutaneo di una nuova valvola biologica Myval all’interno della vecchia protesi.

A guidare l’intervento, il professor Giuseppe Nasso, responsabile della Cardiochirurgia dell’Anthea Hospital, affiancato da un team composto dal professor Giuseppe Speziale, direttore del Dipartimento Cardiovascolare, dal dottor Gaetano Contegiacomo, responsabile di Emodinamica e Cardiologia interventistica, e dai colleghi Antonio Pignatelli e Flavio Fiore, rispettivamente cardiologo e anestesista.

L’approccio ibrido, che ha combinato accessi trans-femorale e trans-apicale, è stato determinante. Mentre il team di emodinamica inseriva un catetere guida dalla vena femorale, i cardiochirurghi eseguivano una mini-toracotomia per raggiungere l’apice del ventricolo sinistro. All’interno del cuore, le due guide sono state collegate formando una sorta di "teleferica", che ha permesso di trasportare con precisione la nuova valvola fino al punto esatto in cui si trovava la precedente protesi degenerata.

Una volta posizionata correttamente, la nuova valvola è stata rilasciata e attivata, ristabilendo immediatamente il corretto flusso sanguigno e la funzionalità cardiaca. A garantire il pieno controllo delle funzioni vitali durante la procedura, gli anestesisti Flavio Fiore e Vincenza Vitobello, che hanno monitorato in tempo reale ogni parametro clinico.

La paziente era in condizioni disperate, non c’erano margini per l’attesa o per tecniche tradizionali – ha spiegato il professor Nasso –. Grazie alla tecnica combinata e alla coordinazione tra le équipe, siamo riusciti a costruire un percorso sicuro per impiantare la Myval all’interno della vecchia protesi. È un altro passo avanti nella chirurgia cardiaca mininvasiva di salvataggio”.

Anche il dottor Contegiacomo ha sottolineato l’importanza di questo intervento: “La Myval si conferma una risorsa preziosa per pazienti per i quali non è possibile procedere con approcci convenzionali. L’intervento dimostra come la tecnologia e la collaborazione multidisciplinare possano davvero cambiare il destino dei pazienti più fragili”.

La signora Maria ha lasciato l’ospedale in buone condizioni, dopo due giorni in terapia subintensiva e altri cinque in reparto. Al momento delle dimissioni, ha voluto esprimere profonda gratitudine verso l’intero staff sanitario: “Mi hanno salvato la vita. Ora posso tornare a respirare, a muovermi, a godermi le cose semplici della vita insieme ai miei figli e ai miei nipoti”.

Soddisfatto anche il professor Speziale, che ha voluto rimarcare il valore del lavoro di squadra e della rete territoriale: “Questo successo è il frutto della sinergia tra ospedali pubblici e realtà accreditate come GVM Care & Research. In Puglia stiamo dimostrando che è possibile fare medicina d’eccellenza anche al Sud”.

Con questo nuovo intervento, l’Anthea Hospital rafforza il suo ruolo di polo d’innovazione cardiovascolare, testimoniando l’efficacia di tecniche all’avanguardia e la capacità di rispondere anche ai casi più complessi. Un’ulteriore conferma che la passione, la competenza e la visione condivisa possono davvero fare la differenza nella sanità contemporanea.

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