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Bari

Addio al prof. Alfredo Sollazzo, padre fondatore della Facoltà di Ingegneria del Politecnico

Si è spento a 92 anni il professore emerito di Scienza delle Costruzioni. Pioniere dell’ingegneria pugliese, ha formato generazioni di studenti e segnato profondamente la storia accademica pugliese

Il prof. Alfredo Sollazzo

Il prof. Alfredo Sollazzo

BARI - Lutto nel mondo accademico pugliese per la scomparsa del professor Alfredo Sollazzo, figura centrale nella storia dell’Ingegneria strutturale italiana e tra i principali artefici della nascita e dello sviluppo della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari. Si è spento nel pomeriggio di martedì 18 marzo, lasciando un’impronta indelebile nella comunità scientifica e universitaria.

A darne comunicazione è stato il Rettore del Politecnico, Francesco Cupertino, che ha voluto ricordarne l’eccezionale contributo: «Il professor Sollazzo ha dedicato l’intera esistenza alla formazione e alla ricerca, con uno spirito di servizio che ha accompagnato ogni fase della sua lunga carriera. La sua passione per il sapere continuerà a ispirare chi oggi cammina nei corridoi del nostro Ateneo».

Nato a Napoli nel 1932, Sollazzo si trasferisce a Bari in giovanissima età, dove completa l’intero percorso scolastico fino alla laurea in Ingegneria Civile con indirizzo Trasporti, ottenuta nel 1956 con il massimo dei voti, la lode e la pubblicazione della tesi. Avvia subito la carriera universitaria come assistente in Scienza delle Costruzioni, divenendo ordinario in pochi anni. Dopo una parentesi all’Università di Trieste, rientra stabilmente a Bari, dove sarà docente fino al pensionamento.

Tra il 1968 e il 1983 dirige l’Istituto e il Laboratorio ufficiale di Scienza delle Costruzioni dell’Università. Dal 1981 al 1992 è presidente del corso di laurea in Ingegneria Civile. Ma è negli anni Novanta, con l’istituzione del Politecnico di Bari, che assume un ruolo decisivo: Preside della Facoltà di Ingegneria per due mandati e Presidente del Comitato Tecnico Ordinatore della seconda Facoltà con sede a Taranto, contribuisce in modo sostanziale a definire la struttura e l’identità dell’intero Ateneo tecnico pugliese.

Autore di numerose pubblicazioni e testi di riferimento, è ricordato soprattutto per i tre volumi di Scienza delle Costruzioni editi da UTET tra il 1983 e il 1993, diventati veri e propri pilastri della formazione universitaria italiana. Convinto sostenitore dell’approccio applicativo alla disciplina, riteneva la Scienza delle Costruzioni fondamentale per ogni settore ingegneristico, e non limitata alla sola ingegneria civile.

Nel 2009 il Ministero gli conferisce il titolo di Professore Emerito, su proposta della Facoltà di Ingegneria. Dopo il pensionamento, si dedica con lo stesso rigore alla Storia dell’Ingegneria, ricostruendo con grande accuratezza le vicende che hanno segnato la nascita e lo sviluppo del Politecnico e della sua facoltà, che aveva contribuito a costruire in prima persona, passo dopo passo.

La comunità accademica gli renderà l’ultimo saluto giovedì 20 marzo alle ore 16, presso l’Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari. Sarà l’occasione per commemorare un maestro di generazioni, la cui eredità intellettuale e umana resterà scolpita nella storia dell’ingegneria italiana.

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