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Bari e Lecce
18 Marzo 2025 - 09:48
Parco eolico (foto d’archivio)
BARI E LECCE - Il Ministero della Cultura ha detto sì, ma con forti condizioni, al progetto del parco eolico offshore Barium Bay, previsto al largo tra Vieste e Monopoli. Una prima assoluta in Puglia per impianti di queste dimensioni, che tuttavia non ha il via libera definitivo. Il parere positivo rilasciato il 5 marzo scorso è infatti vincolato a pesanti prescrizioni, che pongono paletti chiari su compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale.
A renderlo noto è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, insieme a Domenico Serrone, esperto di ambiente e transizione energetica. Il progetto, composto da 74 aerogeneratori alti circa 270 metri, è stato definito visivamente invasivo: secondo il Ministero, le pale saranno visibili da tutta la costa interessata e altereranno la linea dell’orizzonte, danneggiando l’equilibrio visivo tra mare e beni culturali.
"Il proponente dovrà modificare il progetto", ha stabilito il Mic, chiedendo una riduzione dell’altezza massima degli aerogeneratori a 220 metri o l’arretramento della prima fila a oltre 45 chilometri dalla costa. In caso contrario, il parere ministeriale si considererà negativo.
Ma a sollevare ulteriori dubbi è anche la mancata pianificazione dello spazio marittimo da parte dell’Italia, oggetto di un parere motivato della Commissione europea del 19 aprile 2024, che potrebbe sfociare in un deferimento alla Corte di giustizia UE. In assenza di pianificazione, ogni autorizzazione sarebbe giuridicamente illegittima.
Secondo Pagliaro, il parere del Mic rappresenta una pietra miliare nel contrasto ai maxi impianti eolici galleggianti, che da anni minacciano tratti di mare e costa pugliese. A preoccupare in particolare è il progetto Odra Energia, previsto a soli 14 chilometri dalla costa tra Otranto e Santa Maria di Leuca, con 73 aerogeneratori alti 315 metri e pale di 280 metri di diametro.
"Un progetto folle e sproporzionato", afferma il consigliere, che accusa la Regione di aver lasciato campo libero a iniziative devastanti per l’ambiente e l’economia locale. La denuncia riguarda anche l’impatto delle opere di ancoraggio, dei cavi di collegamento a terra e delle conseguenze sulle attività costiere tradizionali.
"Il parere del Ministero spazza via promesse infondate e slogan occupazionali, riportando al centro la tutela del territorio", aggiunge Pagliaro, che invita la Regione a fermare progetti non compatibili con il paesaggio e il patrimonio pugliese. In caso contrario, avverte, potrebbero aprirsi scenari di contenzioso per disparità di trattamento tra società proponenti.
La difesa del mare e dell’identità dei luoghi, concludono Pagliaro e Serrone, non può più essere sacrificata sull’altare di uno sviluppo che ignora limiti, vincoli e diritti delle comunità costiere.
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