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Bari
17 Marzo 2025 - 06:56
I mezzi di Amiu Puglia - Bari
BARI - La questione delle aziende partecipate del Comune di Bari continua ad alimentare polemiche e scontri politici, soprattutto dopo la recente verifica voluta dal nuovo sindaco Vittorio Leccese, che ha ordinato il confronto tra le dichiarazioni rese dai dipendenti al momento dell’assunzione e i rispettivi casellari giudiziari.
Da questa analisi, svolta all’interno dell’Amiu, l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti e dei servizi ambientali in città, è emerso un dato che ha immediatamente sollevato un polverone: quaranta dipendenti risultano avere precedenti penali. Una scoperta che il deputato della Lega, Davide Bellomo, definisce come l’ennesimo capitolo di una gestione amministrativa approssimativa e opaca.
“La vicenda è la dimostrazione di una grave mancanza di controllo durante gli anni dell’amministrazione Decaro”, afferma il parlamentare, che siede nella Commissione Giustizia della Camera. “Non è mai stato disposto nemmeno un controllo a campione sui certificati penali, come previsto dalle normative anticorruzione. È un fatto di una gravità assoluta”.
L’attacco è diretto, e si concentra non solo sulla vicenda dei dipendenti con precedenti, ma anche su quella che Bellomo definisce l’incredibile superficialità dell’intera gestione delle partecipate comunali. Il deputato evidenzia come l’iniziativa promossa in questi giorni possa servire più a rassicurare le coscienze che a risolvere il problema alla radice.
“Forse tra quei quaranta non ci sono solo delinquenti”, continua Bellomo, “ma persone che stanno cercando di rifarsi una vita e meritano una seconda possibilità. È necessario distinguere caso per caso e non fare di tutta l’erba un fascio”.
Il parlamentare rilancia poi una richiesta rimasta finora senza risposta: un confronto pubblico con l’ex sindaco e attuale europarlamentare Antonio Decaro, per chiarire le responsabilità politiche e amministrative dell’intera vicenda. “Lo attendo da giorni, ma tace. Non chiarisce, non si espone, e intanto i cittadini onesti restano senza risposte”, accusa Bellomo.
Una vicenda intricata, che solleva interrogativi non solo sulla regolarità delle assunzioni, ma anche sulla trasparenza e l’efficacia della macchina comunale, e che rischia di trasformarsi in un caso politico nazionale. “Siamo di fronte a un film dell’orrore che si arricchisce di nuove scene, ma in cui il vero regista resta nell’ombra, senza mai comparire nei titoli di coda”, conclude il deputato.
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