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Travolse e uccise un ciclista, poi fuggì: patteggia due anni e mezzo l’automobilista 78enne

Il tragico investimento avvenne nell’ottobre 2024 lungo la statale tra Lucera e Foggia. Revocata la patente all’uomo di Acquaviva delle Fonti che aveva lasciato morire il ciclista senza soccorrerlo. La moglie della vittima: “Sentenza che lascia amarezza”

Avvocati

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BARI - Ha chiuso con un patteggiamento la vicenda giudiziaria legata all’incidente costato la vita a Roberto Casiello, 61 anni, ciclista esperto di Foggia. Il responsabile, C.C., 78 anni, residente ad Acquaviva delle Fonti, medico in pensione, ha ottenuto una pena di due anni, cinque mesi e dieci giorni, sospesa, per omicidio stradale e omissione di soccorso.

La decisione è stata formalizzata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, Michela Valente, che ha accolto l’accordo raggiunto tra la Procura, nella persona del PM Dominga L. Petrilli, e la difesa dell’imputato. Con la sentenza, è stata anche disposta la revoca della patente di guida.

L’incidente risale al 29 ottobre 2024. Casiello stava pedalando lungo la statale 17, diretto da Lucera verso Foggia, quando fu violentemente travolto da un suv Chevrolet Trax, guidato da C.C. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, il ciclista venne colpito alle spalle, caricato sul cofano e sbalzato fuori dalla carreggiata, finendo privo di vita in una cunetta, tra il guardrail e il ciglio della strada.

All’arrivo dei soccorritori, per l’uomo non c’era più nulla da fare. L’investitore, invece, era già sparito.

Le indagini, condotte dal Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Lucera, si sono concentrate sui frammenti di carrozzeria ritrovati sul posto, risultati compatibili con una Chevrolet. Determinanti sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che hanno consentito agli investigatori di risalire alla targa del veicolo e rintracciare l’automobilista il giorno successivo. C.C. venne arrestato e posto ai domiciliari, misura ora decaduta con la sentenza di patteggiamento.

A confermare la responsabilità piena del 78enne è stato anche l’ingegnere Luca Ancora, perito nominato dalla Procura, che ha evidenziato come l’uomo non avesse regolato la velocità e non avesse mantenuto il controllo del mezzo, pur potendo prevedere la presenza di un ciclista su una strada rettilinea.

Un altro elemento cruciale emerso nelle indagini è stato il comportamento successivo all’incidente: C.C. contattò un amico carrozziere la mattina stessa, riferendogli di aver bisogno urgente di far controllare la sua auto danneggiata, ammettendo di aver investito qualcuno. Eppure, non chiamò mai i soccorsi.

“Roberto era prudente, attento, appassionato della sua bici,” racconta con voce rotta la moglie, Teresa Marasco. “La Procura ha fatto un lavoro encomiabile, rintracciando in poche ore il colpevole. Ma sapere che uscirà di scena con una pena sospesa, dopo aver lasciato morire mio marito senza nemmeno fermarsi, è un dolore che fa ancora più male.”

I familiari della vittima sono assistiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato negli incidenti stradali mortali. A rappresentarli è Andrea Monaco, responsabile della sede di San Severo, che ha sottolineato l’importanza di un processo rapido ma anche il rammarico per una pena che, pur prevista dalla legge, appare sproporzionata rispetto alla gravità dei fatti.

Un epilogo giudiziario che non placa il dolore di una comunità e di una famiglia ancora in cerca di giustizia piena.

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