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Il caso

Provincia, slitta l'elezione del Presidente

L'appello di Bitetti e il ricorso dell'avvocato Romano, dopo la decadenza di Melucci

Il Palazzo del Governo

Il Palazzo del Governo, sede della Provincia

Potrebbe slittare l’elezione del presidente della Provincia, inizialmente fissata al 4 maggio prossimo. Il caso è noto: con lo scioglimento dei consigli comunali di Taranto e di Massafra, i consiglieri comunali che saranno eletti in questi due Comuni, dove si vota il 25 maggio, non avrebbero la possibilità di partecipare all’elezione del nuovo presidente della Provincia. Una grave lacuna se si considera che Taranto e Massafra, insieme, rappresentano quasi la metà della popolazione della provincia ionica.

Sulla questione si registrano due iniziative, una politica e l’altra legale: l’appello di Piero Bitetti ai parlamentari ionici affinché venga fatta slittare l’ elezione del presidente della Provincia; dall’altro il ricorso dello studio legale Cosimo Romano.

Cominciamo da Bitetti, candidato sindaco a Taranto per la coalizione di centrosinistra. «Questa esclusione (di Taranto e di Massafra, ndr), determinatasi a seguito delle note vicende amministrative, rappresenta un fatto di notevole rilevanza. A mio parere sia Massafra che Taranto, con il capoluogo ionico alle prese, in particolare, con questioni di capitale importanza - dalla vertenza riguardante il futuro dello stabilimento siderurgico all'organizzazione dei Giochi del Mediterraneo - hanno il diritto-dovere di concorrere al test elettorale. Per queste ragioni, invito i parlamentari ionici ad adoperarsi affinché il voto per il presidente della provincia  sia posticipato rispetto all' appuntamento elettorale che riguarderà i due comuni della provincia di Taranto». 

Sul fronte legale, invece, l’avvocato Cosimo Romano, di Grottaglie, chiede l’annullamento in autotutela del decreto di nomina del vicepresidente, dei comizi elettorali provinciali e del decreto di indizione dell’elezione del Presidente della Provincia. Vediamo perché.

Il legale spiega che con le dimissioni dei diciassette consiglieri comunali di Taranto, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci decadeva anche dalla carica di Presidente della Provincia, determinando di conseguenza anche la decadenza del consiglio provinciale. Ora, attenzione agli orari. Come riportato nel ricorso che Romano ha presentato al presidente della Provincia facente funzioni, al segretario generale dell’ente e al prefetto, i diciassette consiglieri comunali di Taranto si sono dimessi alle 12.52 del 21 febbraio. Alle 14.40, invece, Melucci nominava come vicepresidente della Provincia il consigliere Angelo Laterza. Una nomina che non poteva essere fatta, secondo l’interpretazione di Romano, perché Melucci era già decaduto dalla carica di presidente della Provincia.

Quindi, il consigliere Laterza «non avrebbe potuto a sua volta indire le elezioni provinciali» che, invece, sono state indette per il 4 maggio. Escludendo di fatto Taranto e Massafra dal partecipare all’elezione del presidente della Provincia..

«Nel merito - scrive l’avvocato Cosimo Romano - preme evidenziare che si lede in tal modo il diritto di quei consiglieri a partecipare alle elezioni provinciali (nella specie di secondo livello) generando così un vero e proprio vulnus al diritto di quei consiglieri, che saranno di lì a breve eletti a partecipare alle votazioni de quo e ad esprimere la loro preferenza per il Presidente della Provincia. Ancora, sia d’uopo ricordare che l’elezione de quo è in considerazione del solo Presidente della Provincia, mentre l’attuale assetto consiliare rimarrà in carica sino alla fine del gennaio 2026; che, se dovesse concretizzarsi un tal scenario allora si arrecherebbe un grave pregiudizio per tutta la comunità Tarantina. Invero, ci sarebbe un serio vulnus per la rappresentanza provinciale dei cittadini di Taranto e di Massafra (due città, i cui consiglieri rappresenterebbero circa 218.00 cittadini sui circa 550.425 abitanti dell’intera provincia!) che andrebbero ad eleggere i propri consiglieri, ma senza la possibilità per quest’ultimi di esprimere la preferenza per l’elezione del Presidente della Provincia e ciò in quanto trattasi di una elezione di secondo livello».

Di qui la richiesta di annullamento in autotutela della nomina del vicepresidente Angelo Laterza e di conseguenza dell’indizione delle elezioni del nuovo presidente della Provincia.

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