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Coldiretti Puglia
12 Marzo 2025 - 10:41
Vino pugliese - archivio
BARI - L’agroalimentare Made in Puglia conquista i mercati esteri e segna una crescita da record nel 2024, con olio extravergine, vino e pasta ai vertici delle esportazioni regionali. A dirlo è Coldiretti Puglia, che ha analizzato i dati Istat sul commercio estero, confermando un’annata d’oro per il comparto agroalimentare pugliese, ormai punto di riferimento globale per la Dieta Mediterranea.
L’olio extravergine di oliva domina la classifica dei prodotti più richiesti all’estero, registrando un aumento del 48 per cento rispetto all’anno precedente. Una crescita che conferma l’interesse crescente dei consumatori stranieri per un prodotto di qualità, simbolo della tradizione pugliese. A trainare la filiera anche il vino, con un +9 per cento, e la pasta, in costante ascesa con un +7 per cento.
Coldiretti evidenzia come la cultura dell’olio extravergine si stia affermando anche grazie alla domanda crescente di conoscenza da parte di turisti e acquirenti stranieri. In Puglia, l’olivicoltura copre oltre 370mila ettari, con 60 milioni di ulivi, e genera una Produzione Lorda Vendibile di circa un miliardo di euro, grazie a 5 oli DOP e all’IGP Olio di Puglia.
Anche il settore vinicolo conferma una rinascita strutturale, frutto del lavoro di un sistema di imprese che ha saputo valorizzare il territorio, portando nei calici del mondo i profumi e i vitigni autoctoni pugliesi. Oggi la regione conta 38 vini certificati tra DOP e IGP, che valgono oltre 631 milioni di euro, posizionando la Puglia al quinto posto in Italia per valore delle produzioni a denominazione. I rosati pugliesi salgono al quarto posto nella classifica nazionale, mentre i rossi si piazzano quinti.
Ma dietro i successi si celano anche le criticità. Coldiretti lancia l’allarme agropirateria internazionale, che raggiunge un valore stimato di 120 miliardi di euro e mina la credibilità delle eccellenze italiane, con prodotti taroccati che non hanno nulla a che vedere con le filiere autentiche del Made in Italy.
A pesare sull’export, inoltre, sono anche le etichette fuorvianti come il Nutriscore, sistema che, secondo Coldiretti, penalizza ingiustamente i prodotti sani e naturali della tradizione italiana, escludendo dalle diete oltre l’85 per cento delle eccellenze certificate.
Coldiretti sottolinea anche la necessità di agire sulla logistica e sulle infrastrutture, sfruttando le opportunità del Pnrr per sbloccare i ritardi che ancora ostacolano i collegamenti tra Sud e Nord e tra l’Italia e i mercati globali. L’obiettivo è costruire una rete moderna ed efficiente, fatta di porti, treni, aeroporti e corridoi ad alta velocità, per garantire ai prodotti pugliesi un accesso rapido e sicuro ai mercati internazionali.
Un successo che racconta l’identità di un territorio e l’impegno di una filiera che chiede ora maggiore protezione e visione strategica per continuare a crescere.
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