Droni abbattuti nei penitenziari pugliesi: la polizia penitenziaria alza il livello di sicurezza
A Foggia, Taranto e Trani intercettati e bloccati velivoli carichi di droga e telefonini. Il Sappe: “Così si spezza il controllo dei boss sulle carceri”
Un drone intercettato dagli agenti di Polizia Penitenziaria - archivio
BARI - Nei cieli sopra le carceri di Foggia, Taranto e Trani la festa per i boss detenuti sembra essere giunta al capolinea.
È quanto sottolinea, in una nota, Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, che parla di una svolta importante nella lotta al traffico clandestino che, da anni, mina la sicurezza delle strutture detentive.
Negli ultimi giorni, infatti, la Polizia Penitenziaria ha messo a segno una serie di operazioni che hanno portato all’abbattimento di diversi droni utilizzati per introdurre droga, telefoni cellulari e altri materiali illeciti all’interno degli istituti di pena.
Il caso più eclatante -racconta Pilagatti - è avvenuto nel carcere di Foggia, dove un drone in volo verso le sezioni detentive è stato intercettato e neutralizzato grazie a un colpo sparato con i nuovi fucili Jammer, recentemente consegnati a diversi penitenziari pugliesi. Questi dispositivi, in grado di disturbare le frequenze di controllo del drone, ne provocano l’immediato abbattimento. A bordo del velivolo intercettato erano nascosti cellulari, sostanze stupefacenti, bilancini di precisione e schede SIM, pronti per finire nelle mani dei detenuti.
Situazioni analoghe si sono verificate anche a Taranto e Trani. Nel primo caso, un pacco contenente droga è stato rinvenuto all’esterno della cinta carceraria, probabilmente sganciato da un drone sfuggito alla sorveglianza. A Trani, invece, due velivoli sospetti sono stati intercettati in meno di quarantotto ore, entrambi carichi di droga. Anche qui l’intervento dei fucili dissuasori ha evitato l’ingresso del materiale illecito.
Il sindacato sottolinea come questi successi siano solo l’inizio di una battaglia complessa, in cui le forze dell’ordine devono fronteggiare organizzazioni criminali con mezzi e risorse ingenti, pronte a tutto pur di mantenere il controllo all’interno delle carceri.
Secondo il Sappe, il traffico aereo illecito rappresenta un grave pericolo per la sicurezza interna, poiché i beni introdotti illegalmente vengono spesso usati per consolidare il potere dei capi detenuti, influenzare altri reclusi o addirittura ordinare atti di violenza.
Per questo motivo, il sindacato chiede un potenziamento immediato delle misure di sicurezza, a partire dalla presenza costante di personale armato sui muri di cinta, oggi spesso lasciati sguarniti. Tra le proposte avanzate: l’installazione di reti protettive alle finestre e nelle aree all’aperto, l’arrivo di nuove apparecchiature elettroniche per bloccare le comunicazioni non autorizzate e l’incremento degli strumenti anti-drone.
Il contrasto al traffico illecito nei penitenziari è una sfida decisiva, afferma Pilagatti, e la Polizia Penitenziaria è pronta a giocare la propria parte per riportare legalità e sicurezza all’interno delle carceri, offrendo così un’occasione vera di reinserimento a chi vuole davvero cambiare vita.
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