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Bari

Mense scolastiche, l’allarme: “Via i prodotti ultra-processati, servono alimenti locali e stagionali”

Con 90 milioni di pasti serviti ogni anno a oltre mezzo milione di studenti pugliesi, Coldiretti chiede una svolta salutista nella refezione scolastica per combattere obesità infantile e cattive abitudini alimentari

Una mensa scolastica

Una mensa scolastica - archivio

BARI – Troppe merendine, poca frutta e un allarme obesità sempre più diffuso tra i più piccoli. È in occasione della Giornata internazionale della refezione scolastica, celebrata ieri, lunedì 10 marzo, che Coldiretti Puglia lancia un appello alle istituzioni: rivoluzionare il modello alimentare delle mense pubbliche, eliminando gli alimenti ultra-processati e i prodotti contenenti glifosato, e promuovendo invece cibi locali, stagionali e a km 0.

Secondo i dati forniti da Coldiretti, in Puglia sono oltre 585 mila gli studenti della scuola dell’obbligo serviti da mense scolastiche, per un totale di circa 90 milioni di pasti ogni anno. Un numero enorme che, se gestito correttamente, potrebbe trasformare la refezione scolastica in uno strumento chiave per la salute pubblica e per la valorizzazione dell’agricoltura locale.

“Le mense devono diventare luoghi di benessere e prevenzione, non corridoi di passaggio per cibi industriali”, sottolinea Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia. “Il nostro obiettivo è che i capitolati degli appalti pubblici prevedano esplicitamente l’utilizzo di frutta e verdura stagionali del territorio e l’esclusione dei prodotti ad alto contenuto di sostanze dannose”.

La situazione, però, è preoccupante. In Puglia il 10,3% dei minori è obeso e oltre l’11% dei bambini mangia frutta meno di una volta a settimana o mai, secondo l’analisi Coldiretti. Solo il 39,8% consuma una merenda equilibrata a metà mattina, mentre un genitore su quattro boccia il servizio mensa.

Lo scenario diventa ancora più allarmante se si guarda all’intera popolazione: il 12% dei pugliesi è obeso, pari a circa 400 mila persone. E il trend in crescita tra bambini e adolescenti impone un intervento immediato. “L’alimentazione scorretta e la scarsa attività fisica sono i principali fattori di rischio per l’obesità infantile”, aggiunge Piccioni, “eppure l’Italia resta tra i Paesi europei con le migliori abitudini alimentari, il che significa che intervenire è possibile, ma bisogna farlo subito”.

Coldiretti richiama l’attenzione anche sul boom di bevande energetiche e snack iper-zuccherati tra i più giovani. Secondo un recente rapporto Coldiretti-Censis, l’82% dei genitori chiede un piano nazionale per salvaguardare la salute dei figli, anche attraverso etichettature più chiare sui prodotti dannosi.

Nel solco della promozione di una cultura alimentare sana, Coldiretti ribadisce la necessità di rafforzare l’educazione alimentare nelle scuole e promuovere la Dieta Mediterranea come modello di riferimento. In questa direzione va il Progetto Educazione alla Campagna Amica, che in dieci anni ha coinvolto in Puglia 200 mila bambini e 480 scuole, portando migliaia di studenti a contatto diretto con la filiera agricola e le masserie didattiche, dove imparano a conoscere il valore del cibo sano e del lavoro nei campi.

“Educare al buon cibo significa formare cittadini consapevoli, più attenti alla salute e più legati al proprio territorio”, conclude Coldiretti, chiedendo un impegno congiunto di Comuni, scuole e famiglie per trasformare ogni pasto in mensa in un’occasione di crescita, salute e sostenibilità.

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