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"Pensavo fosse la fine. Poi ho sentito una voce e ho capito che ero salva"

Salvata dai vigili del fuoco, la vedova 74enne racconta il dramma vissuto nel crollo di via De Amicis. Intanto la Procura indaga sulle cause: nel mirino materiali e lavori di ristrutturazione

"Pensavo fosse la fine. Poi ho sentito una voce e ho capito che ero salva"

Crollo della palazzina in via De Amicis a Bari

BARI - "Ho gridato fino allo sfinimento, pensavo fosse la fine. Poi ho sentito una voce e ho capito che ero salva". Sono parole piene di commozione quelle pronunciate da Rosalia De Giosa, la donna di 74 anni rimasta intrappolata sotto le macerie per oltre un giorno dopo il crollo della palazzina in via De Amicis, nel quartiere Carrassi di Bari.

È stato un miracolo, ha raccontato con voce rotta, ringraziando i soccorritori che giovedì sera l’hanno tratta in salvo, quando ormai le forze stavano per abbandonarla. "Ho sentito che mio marito mi guardava da lassù. Ora non posso fare altro che pregare", ha detto dopo le dimissioni dal reparto di Chirurgia d'urgenza del Policlinico di Bari, dove era stata ricoverata subito dopo il salvataggio.

Ad accoglierla all’uscita dell’ospedale, i suoi due figli, commossi, con un mazzo di fiori tra le mani.

Nel frattempo, si fa sempre più fitto il lavoro degli inquirenti per far luce sulle cause del disastro. I resti dell’edificio, crollato mercoledì mattina, saranno oggetto di un’approfondita analisi tecnica. Le indagini puntano a verificare la qualità dei materiali di costruzione e a individuare con precisione i punti in cui la struttura ha ceduto.

Le operazioni saranno coordinate dal professor Antonello Salvatori, docente dell’Università dell’Aquila, esperto di crolli strutturali legati a calamità e negligenze. Salvatori ha già lavorato su casi noti come i terremoti dell’Aquila del 2009 e di Amatrice nel 2016, nonché sul crollo di una palazzina a Barletta nel 2011, dove morirono cinque donne.

Il professore è stato nominato consulente tecnico della Procura di Bari, che ha aperto un’inchiesta per crollo colposo. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Silvia Curione, al momento restano a carico di ignoti.

Gli accertamenti prevedono il campionamento e l’analisi in laboratorio di travi, pilastri e murature, oltre allo studio delle carte legate alla storia dell’edificio, costruito negli anni Cinquanta.

Emergono intanto nuovi dettagli: l’immobile era stato dichiarato inagibile dal Comune il 24 febbraio scorso e il condominio aveva affidato all’azienda Dell’Aera Costruzioni lavori di ristrutturazione per un importo di 570mila euro. Gli interventi erano iniziati da pochi giorni quando l’edificio è venuto giù.

Le macerie parlano e potrebbero raccontare molto: anche per questo le operazioni di rimozione saranno eseguite con attenzione, per capire quali parti demolire e come mettere in sicurezza ciò che resta. Ma una cosa è certa: questa tragedia poteva essere evitata.

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