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Bari

Canali di irrigazione vuoti, agricoltori in rivolta: “Paghiamo per servizi inesistenti”

Confagricoltura Puglia chiede alla Regione un intervento urgente: i consorzi di bonifica incassano senza garantire manutenzione

Canale adduttore

Canale per l'irrigazione - archivio

BARI - La protesta degli agricoltori pugliesi contro il Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia continua a crescere. Il motivo del malcontento è il tributo 630, una tassa che pesa sulle aziende agricole senza che vi sia un reale ritorno in termini di servizi. A fronte di pagamenti sempre più alti, i canali di scolo restano in stato di abbandono, mentre le opere di bonifica non vengono eseguite.

Secondo Confagricoltura Puglia, la riforma che ha portato alla creazione del consorzio unico non ha risolto il problema, ma ha anzi aggravato una situazione già critica. Per questo, l’organizzazione di categoria chiede l’introduzione di un nuovo piano di classifica, che impedisca di scaricare l’intero peso della manutenzione sulle imprese agricole.

L’allarme di Confagricoltura: "Un’imposizione ingiusta"

A denunciare l’inefficienza del sistema è Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, che punta il dito contro la mancanza di interventi concreti da parte della Regione.

“Se il Consiglio regionale non interverrà direttamente, questo tributo continuerà a essere una tassa ingiusta, priva di effetti reali sul territorio. I fondi incassati dai consorzi, insieme ai finanziamenti regionali, dovrebbero servire alla manutenzione dei canali e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Invece, le infrastrutture idrauliche sono lasciate al degrado, con argini soffocati da erbacce e detriti. Nel frattempo, gli agricoltori sono costretti a pagare senza ricevere nulla in cambio”, ha dichiarato Lazzàro.

La sentenza della Cassazione rafforza la protesta

A dare ulteriore forza alle richieste di Confagricoltura Puglia è una recente decisione della Corte di Cassazione, che il 19 dicembre 2023 ha stabilito un principio chiave: il contributo ai consorzi di bonifica è dovuto solo se i proprietari di immobili all’interno del perimetro consortile ottengono un vantaggio diretto e concreto dalle opere realizzate. Un beneficio generico o indiretto, legato alla semplice appartenenza al territorio, non è sufficiente per giustificare il pagamento.

Questa sentenza evidenzia l’iniquità del sistema attuale, che da anni impone tributi agli agricoltori senza garantire alcuna contropartita.

Confagricoltura chiede alla Regione di agire subito

Di fronte a questa situazione, Confagricoltura Puglia sollecita un intervento immediato della Regione, affinché venga assicurata una gestione trasparente delle risorse e un’effettiva manutenzione del territorio.

“Non è più accettabile che gli agricoltori siano costretti a finanziare un sistema inefficiente. Chi lavora la terra non può continuare a pagare tasse senza ricevere nulla in cambio. La Regione deve assumersi le proprie responsabilità e garantire servizi adeguati, restituendo dignità e fiducia a chi sostiene l’economia agricola pugliese”, ha concluso Lazzàro.

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