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Il confronto
03 Marzo 2025 - 10:59
L'incontro a Veronafiere nell’ambito di Sol2Expo 2025
BARI - Il futuro dell’olio extravergine di oliva passa da una revisione normativa che appare sempre più necessaria. Questo il tema al centro del convegno “Il problema steroli per l'olio extravergine di oliva: la realtà e le prospettive”, svoltosi a Veronafiere nell’ambito di Sol2Expo 2025. L’incontro ha acceso i riflettori su una criticità regolamentare che potrebbe avere ripercussioni significative sulla produzione italiana.
Attualmente, il limite massimo per gli steroli totali negli oli extravergini è fissato a 1.000 mg/kg, una soglia in vigore da oltre trent’anni. Tuttavia, la crescente attenzione verso gli oli monocultivar ha evidenziato che il contenuto di steroli è fortemente influenzato dal genotipo della pianta. Alcune varietà tipiche del Mediterraneo, tra cui Coratina, Nocellara del Belice e la greca Koroneiki, risultano particolarmente penalizzate dal parametro vigente.
Secondo il Regolamento Europeo 2568/91, gli oli che non rispettano il limite stabilito non possono essere classificati né come extravergini né come vergini, finendo così destinati alla raffinazione. Un paradosso che, come ha spiegato il professor Enzo Perri (CREA), potrebbe derivare non solo dalla genetica delle piante, ma anche da fattori agronomici e ambientali, come il cambiamento climatico, la concimazione e i metodi di irrigazione.
Il dirigente ICQRF Angelo Faberi ha ricostruito le ragioni per cui la soglia sugli steroli fu introdotta nel 1991, quando l’obiettivo principale era contrastare la miscelazione fraudolenta tra oli extravergini e oli di semi. Oggi, però, ha sottolineato che esistono strumenti di analisi molto più avanzati, come l’identificazione degli stigmastadieni, che rendono obsoleto l’attuale parametro normativo.
A farsi portavoce delle preoccupazioni dei produttori è stato Elia Pellegrino, presidente di AIFO, che ha evidenziato come il criterio sugli steroli rappresenti un serio problema per i frantoiani. “Noi produttori scopriamo solo dopo la molitura delle olive se l’olio ottenuto è commercializzabile come extravergine o meno”, ha dichiarato Pellegrino, sottolineando l’urgenza di una modifica del regolamento europeo. “O si elimina questo limite, ormai superato dalla scienza, oppure si prevede una deroga per i monocultivar a rischio, per proteggere un segmento fondamentale della nostra produzione nazionale”.
Le istanze del comparto produttivo hanno trovato apertura istituzionale. Il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Patrizio La Pietra, ha assicurato il proprio impegno a portare la questione sui tavoli europei, riconoscendo la necessità di un aggiornamento della normativa per tutelare la filiera olearia italiana.
Il convegno ha segnato un passo avanti importante per il settore, ma il percorso per ottenere una revisione delle regole è ancora lungo. I produttori italiani chiedono risposte rapide per evitare danni economici e produttivi a una delle eccellenze più rappresentative del Made in Italy.
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