BARI - La nomina di Nunzio Nardulli all’Organismo Interno di Valutazione del Comune di Bari accende la polemica politica. I consiglieri comunali del centrodestra contestano apertamente la decisione del sindaco Vito Leccese, accusandolo di aver scelto un nome espressione della propria area politica, piuttosto che basarsi su criteri di merito e competenza.
Secondo quanto riportato in una nota firmata dagli esponenti dell’opposizione, questa nomina sarebbe l’ennesima dimostrazione di una gestione orientata più a ricollocare candidati non eletti che a garantire la trasparenza e l’imparzialità nelle scelte amministrative. "Nonostante le promesse di cambiamento e i nuovi regolamenti per le nomine sindacali, il metodo resta lo stesso: sistemare chi non è riuscito a entrare in Consiglio", denunciano i consiglieri.
L’attacco è diretto: "Nardulli è stato il primo dei non eletti nella lista del sindaco Leccese e ora viene premiato con un incarico di rilievo all’interno di un organismo che dovrebbe garantire imparzialità e rigore". La critica non si ferma qui, perché i consiglieri di centrodestra mettono in dubbio anche l’idoneità del candidato rispetto al ruolo assegnato. "Si tratta di un incarico tecnico e delicato, che avrebbe richiesto una figura indipendente e qualificata. Invece, la scelta è ricaduta su una persona che ha dimostrato di essere fortemente schierata politicamente".
L’opposizione chiede al primo cittadino di fare un passo indietro. "Leccese riveda questa decisione. Questo modo di amministrare ha già causato gravi problemi al Comune e alle sue partecipate. Non possiamo continuare su questa strada", si legge nel documento.
A rafforzare la loro posizione, i consiglieri citano un’intervista dello stesso Nardulli, in cui affermava di "essere rimasto al Sud per convinzione meridionalista". Un’affermazione che ora viene ribaltata dall’opposizione, che ironizza: "Forse è rimasto perché sapeva che, prima o poi, la politica gli avrebbe trovato un posto".
Un duro affondo che chiude con un’accusa esplicita: "Ancora una volta, l’appartenenza politica prevale sulla competenza, mentre tanti giovani capaci e preparati sono costretti a cercare opportunità altrove".