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Rigenerazione urbana ignorata dai comuni della Bat: stallo normativo e incertezza per imprese e cittadini

A oltre un anno dall’approvazione della normativa regionale. Gli ingegneri lanciano l’allarme: "Così si bloccano investimenti e riqualificazione urbana"

Domenico Sgaramella

Domenico Sgaramella

TRANI - A distanza di oltre un anno dall’entrata in vigore della Legge Regionale n. 36 del 19 dicembre 2023, i Comuni della provincia di Barletta-Andria-Trani non hanno ancora recepito le disposizioni previste per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione urbana.

La norma, pensata per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, mira a migliorare la qualità architettonica degli edifici, garantire maggiore sicurezza strutturale ed efficienza energetica e contrastare il degrado urbano, riducendo il consumo di suolo. Tuttavia, la mancata applicazione della legge da parte dei Comuni sta di fatto paralizzando il settore edilizio, generando incertezza tra i professionisti e gli investitori.

Solo Canosa ha recepito la normativa, Barletta, Andria e Trani ancora ferme

A oggi, solo il Comune di Canosa ha adottato una delibera in merito, mentre le amministrazioni di Barletta, Andria e Trani non hanno ancora dato seguito alle disposizioni regionali, nonostante i numerosi solleciti e i tavoli tecnici promossi dagli enti locali e dai professionisti del settore.

"Il mancato recepimento della legge crea un vuoto normativo che rischia di frenare gli investimenti privati e di compromettere la pianificazione urbana", ha dichiarato Domenico Sgaramella, referente della Commissione Edilizia e Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri della Bat.

La normativa si allinea con le direttive europee sul recupero del patrimonio edilizio, ma senza una regolamentazione chiara da parte dei Comuni, gli incentivi volumetrici e fiscali necessari per rendere economicamente sostenibili gli interventi non possono essere attuati.

Settore edilizio bloccato: incertezza per imprese e professionisti

L’assenza di un quadro regolamentare definito sta causando gravi difficoltà per le imprese edili e per i professionisti del settore.

"Senza una disciplina chiara, le aziende e i tecnici non possono valutare la fattibilità degli interventi, né stimare il valore degli immobili da ristrutturare", spiega Sgaramella. Questo genera incertezza nei processi di compravendita e di permuta, rallentando un settore già colpito da difficoltà economiche e burocratiche.

L’applicazione corretta della legge consentirebbe ai Comuni di redigere un piano strategico per la rigenerazione urbana, con effetti positivi sulla gestione del territorio. Tra i benefici attesi figurano:

  • Decongestione dei centri urbani e delocalizzazione delle volumetrie
  • Recupero di aree degradate e miglioramento del decoro urbano
  • Riqualificazione ambientale delle superfici liberate da edifici demoliti
  • Incremento degli spazi pubblici e delle infrastrutture territoriali

Professionisti pronti a collaborare, ma serve un passo avanti dai Comuni

Mentre le amministrazioni restano ferme, gli esperti del settore si dicono pronti a collaborare per sbloccare la situazione e proporre soluzioni tecniche adeguate.

"Un percorso condiviso tra professionisti e istituzioni è essenziale per superare questo caos normativo", conclude Sgaramella. "Siamo disponibili a fornire il nostro supporto tecnico a tutti i livelli amministrativi, affinché la legge venga finalmente applicata e possa portare benefici concreti alla comunità".

In attesa di un’azione concreta da parte dei Comuni, il rischio è che questa opportunità di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile resti bloccata, con ripercussioni economiche e sociali per l’intero territorio della Bat.

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