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Bari

Variante della xylella, scattano le eradicazioni: a rischio vigneti, mandorli e ciliegi

Partita l’operazione di contenimento del nuovo ceppo del batterio killer che minaccia l’agricoltura pugliese. Coldiretti: "Serve una strategia più incisiva a livello nazionale ed europeo"

Un vigneto

Un vigneto

BARI - Le prime eradicazioni di alberi infetti dalla Xylella fastidiosa fastidiosa sono iniziate nei territori di Triggiano, Capurso e Santeramo, dove il nuovo ceppo del batterio sta mettendo in pericolo vigneti, mandorli e alberi da frutto. Secondo i dati aggiornati della Regione Puglia, sono già 339 le piante colpite, di cui 212 mandorli, 119 viti e 7 ciliegi.

L’intervento, considerato drastico ma necessario, mira a circoscrivere l’epidemia prima che possa diffondersi ulteriormente, replicando il dramma che ha già devastato gli uliveti salentini negli ultimi dieci anni.

Piano di eradicazione e rischio per le coltivazioni

Le misure adottate prevedono l’abbattimento delle piante infette e di tutte quelle situate entro un raggio di 50 metri. Su base volontaria, è possibile estendere gli espianti fino a 400 metri, con un’area complessiva interessata di oltre 30 ettari.

Il nuovo ceppo del batterio, che attacca in particolare la vite, è responsabile della malattia di Pierce, una patologia che provoca il disseccamento dei vigneti, come già avvenuto in California. Un fenomeno analogo a quello che ha colpito gli uliveti pugliesi, danneggiati dalla Xylella fastidiosa sottospecie pauca.

L’appello di Coldiretti: più prevenzione e una task force nazionale

L’avanzata della Xylella è favorita da cambiamenti climatici e globalizzazione, fattori che stanno facilitando la diffusione di virus e parassiti devastanti per l’agricoltura. "È necessario un cambio di passo nelle strategie di prevenzione e contenimento, con interventi più incisivi sia a livello comunitario che nazionale", avverte Coldiretti Puglia, chiedendo l’istituzione di una task force dedicata.

Nel frattempo, centinaia di agricoltori pugliesi parteciperanno a un incontro con il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida a Roma, nell’ambito del tavolo nazionale sull’emergenza Xylella, per definire il secondo Piano Straordinario per la Rigenerazione.

Dieci anni di devastazione: 21 milioni di alberi colpiti

La Xylella fastidiosa pauca, introdotta probabilmente dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam, ha provocato una vera e propria strage di ulivi nel Salento. Dal primo focolaio accertato nel 2013 a Gallipoli, il batterio si è diffuso fino alle province di Brindisi, Taranto e Bari, causando la perdita di tre ulivi su quattro solo nella provincia di Lecce.

Ad oggi, nell’area infetta risultano contaminati 183mila ettari e 21 milioni di alberi. Le uniche armi a disposizione per rallentare il contagio sono il monitoraggio continuo, l’analisi di laboratorio e l’abbattimento tempestivo delle piante malate, oltre al controllo degli insetti vettori. La ricerca scientifica è ancora al lavoro per individuare un trattamento efficace contro la batteriosi.

L’impatto economico potrebbe superare i 5 miliardi di euro

Le conseguenze economiche della diffusione della Xylella potrebbero essere devastanti per l’Europa. Secondo uno studio della prestigiosa rivista PNAS, se l’epidemia non verrà fermata, l’impatto in Italia potrebbe raggiungere i 5,2 miliardi di euro nei prossimi anni. La ricerca, condotta da un team internazionale di studiosi nell’ambito del Progetto H2020 POnTE, ha analizzato le ricadute del batterio su Italia, Spagna e Grecia, evidenziando la necessità di azioni urgenti per salvaguardare il settore olivicolo e vitivinicolo.

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